Nel mettere in luce i punti fermi, soprattutto sotto il profilo sociale e cittadino, della Nostra Lecce abbiamo esordito con un pezzo sul Prophet Pub. In sostanza, ci stiamo intrattenendo su quei punti della città che costituiscono sicuramente i perni attorno ai quali si costruiscono l’identità collettiva e quella individuale, in quanto coagulo di abitudini, ricordi, atmosfere, prassi, ed indefinitiva della vita tout court, perché a noi di Venti di Ponente piace riflettere e meditare su ciò che siamo e ciò che ci appartiene.
E se con il Prophet Pub abbiamo rivolto la nostra attenzione ad un pubblico prettamente giovanile, oggi è la volta del Bar Carletto in Piazza dei Partigiani, che ha una lunghissima storia, la quale si avvia negli anni in cui Lecce comincia ad assaporare il benessere materiale, quello dei consumi di massa e dello sviluppo urbanistico, che, decollati negli anni ’70, sono andati avanti, poi, durante mezzo secolo sino ad oggi, dove Lecce appunto è diventata la città più ricca di Puglia e tra quelle più evolute nel contesto Meridionale. Insomma, un pezzo giornalistico, questo, rivolto ad un pubblico più ampio, rientrandovi tra questo anche i lettori più maturi ed avanti nell’età.
Va subito sottolineato, dunque, che il Bar Carletto in Piazza dei Partigiani ha visto ed attraversato, infatti, tutti i momenti salienti dello sviluppo della cultura del bar a Lecce, che si è mossa o smobilizzata dall’assetto tradizionale negli anni ’90. Infatti, fino a tale periodo il bar era prevalentemente il luogo dove assaporare un caffè, poi invece si è evoluto, diventando il luogo della conversazione, degli incontri d’affari, degli incontri mondani, il luogo dove leggere il giornale o darsi appuntamento. In tutto questo, un ruolo a parte hanno avuto il Caffè Buda, fino agli anni ’50, e l’Alvino in Piazza S. Oronzo, che rappresentano, assieme al Circolo Cittadino (anche questo chiuso una diecina d’anni fa), il momento “ricreativo” di una ristretta élite cittadina, assurgendo a funzioni simili ai bar di oggi, ma non eguali. I noti bar di Piazza S. Oronzo, infatti, non hanno avuto niente a che vedere con il profilo culturale dei bar leccesi di oggi, che invece trovano le loro radici in condizioni culturali e sociali diverse e mittleuropee.
Ad ogni modo, il Bar Carletto sorge, infatti, nel 1973, proprio mentre Lecce registra una veloce e moderna espansione edilizia ed economica. E, in buona sostanza, il Bar Carletto rappresenta uno degli emblemi di questa rinascita leccese. Sorge in maniera ordinaria, la cui nota distintiva, tuttavia, va ritrovata quasi esclusivamente nella personalità del titolare, ovvero il notissimo Carletto, Carletto Guarascio, uomo assieme molto virile e aggraziato, ineccepibile barman, con i suoi caffè difficilmente imitabili, quanto a bontà e qualità. Ma Carletto è anche un supertifoso della squadra del Lecce, l’immancabile nella curva Nord al Via Del Mare. Lui, Carletto, già negli anni ’80 guadagna una posizione di leadership nella tifoseria leccese, diventando, poi, negli anni ’90, con lo sviluppo delle televisioni locali, un noto opinion leader. Ed il bar, il Bar Carletto appunto, diventa il luogo dove si ritrova la migliore tifoseria della squadra leccese.
Tuttavia, tra la fine degli anni ’90 e i primi del 2000, questo noto bar leccese registra una profonda trasformazione e riqualificazione: arrivano i tavolini sotto il porticato! Ed ecco che da luogo della tifoseria si trasforma in luogo degli appuntamenti, delle colazioni al bar tra signore, il luogo dell’intrattenimento, dove si conversa e si imbastiscono o concludono affari di vario genere. Il tutto, seduti ai suoi tavolini davanti ad un caffè. E così, fino al 2010, è il “territorio” dove convergono uomini d’affari e politici, mentre il sabato sera è la tappa obbligata della gioventù leccese, prima di andare in discoteca e poi, nella notte o all’aurora, di ritorno, per il caffè ed il cornetto, che chiudevano e davano compimento agli “sforzi del sabato sera”
Negli ultimi dieci anni, invece, per vari fattori legati alla mutazione della società leccese e della funzione di Piazza Partigiani, il Bar Carletto è diventato gradualmente punto di riferimento delle giovani generazioni.
È oggi un luogo, il Bar Carletto, della comodità per tutti e per tutte le sensibilità: facilmente raggiungibile, dà l’opportunità di parcheggiare con agilità l’auto; soleggiato d’inverno, riparato e ombroso d’estate. Ed ancora, spazio, tanto spazio, tanto verde al Carletto, dove ancora un caffè superbo corrobora lo spirito. Un bar che, oggi, viene condotto dalla figlia di Carletto, Tiziana, la quale, in questi ultimi anni, ha trovato il giusto compimento nella conduzione tecnico-manageriale nel figlio Yari, giovane talentuoso, che ha saputo dare continuità e attualità ad uno stile antico, a quello del nonno, appunto, il Nostro Carletto, che ci ha lasciati nel 2016, alla bellissima età di 80 anni: l’età della perfezione, per chi sa vedere ed intravedere nelle cose e nei fatti!
Ignazio Del Gaudio