La politica fiscale è iniqua e incostituzionale perché non viene strutturata in maniera proporzionale al reddito dei cittadini, proprio come richiesto dall’articolo 53 della nostra Costituzione repubblicana.
È un punto, un elemento, che viene inserito praticamente nei programmi elettorali di tutte le forze politiche! Ma di cosa si tratta? In poche parole, delle tasse che lo Stato incamera per garantire i servizi pubblici e gli investimenti.
Tutte le parti politiche, come detto, nella loro propaganda promettono di alleggerire il fisco, di renderlo più equo. Ma è davvero così? È vero che una volta al potere fanno di tutto per armonizzarlo?
Chiariamo un punto: il fisco non è un monolite, non è un pezzo unico. Ma della distinzione esistente tra due “famiglie” di tasse, non se ne sente mai parlare!
La leva fiscale si distingue, infatti, tra tasse progressive e tasse regressive. Se per progressive intendiamo quelle calcolate in funzione del reddito, per regressive intendiamo quelle inversamente proporzionali al reddito. In parole semplici, le tasse regressive sono quelle più utilizzate dalla Stato (o dagli enti territoriali) per fare cassa: accise, bolli, i.v.a. o, per esempio, le multe. Su chi gravano di più? Sulla fetta di popolazione più numeroso, ovvero i poveri. A quanto ammonta l’indotto dello Stato in termini di tasse regressive? Ben al 50%.
Insomma, sebbene sia giustificabile utilizzare in una certa misura una leva fiscale di tipo regressivo, farne lo strumento principale è una vera e propria ingiustizia politica, economica e sociale. Da tempo i governi, da destra a sinistra, dimenticano il dettato costituzionale dell’articolo 53 sulla progressività delle imposte, aumentando quelle regressive, dalle quali non si può sfuggire quando, per esempio, si ha una macchina o si acquista un qualsiasi bene.
Ma oltre alla prospettiva ricchi – poveri, l’incidenza delle tasse regressive ne mostra un’altra: quella Nord – Sud. Perché? La motivazione è semplice. I redditi bassi si concentrano soprattutto nel Sud Italia e l’imposizione fiscale abbatte il potere d’acquisto delle famiglie meridionali. Assistiamo, praticamente, ad un impoverimento costante, e portato in modo scientifico, dei meno abbienti e del sud Italia, e mai che nessuno dei governanti vada a toccare i redditi più alti.
Cosa bisognerebbe fare? Rendere più equa la tassazione, riequilibrando la leva in funzione diretta con il reddito! Come? Aumentando le imposte progressive per incidere maggiormente sui ricchi, così che lo Stato incameri risorse più consistenti e possa attuare la necessaria redistribuzione della ricchezza, verso il basso.
Massimiliano Lorenzo