Andando al di là di una fotografia, semplice fotocopia della “realtà”, o meglio, del visibile, leggere un’immagine è questione quasi sempre di cultura e sensibilità.
Superate queste condizioni, affrontare la lettura di una fotografia o di un libro fotografico, da un lato implica un’intensa attività intellettiva nella proiezione della riflessione, ma anche della speculazione, non mancando anche la possibilità contemplativa e meditativa. Dall’altro, leggere delle fotografie implica sempre il calarsi in maniera più profonda in una dimensione, in un ambiente immaginario, che scarta alcune attenzioni, spesso inutili in cui si incorre leggendo un libro di narrativa, di poesia o un saggio, che di fatto impediscono un coinvolgimento più avvolgente e complesso.
E come tutti i libri, anche quelli fotografici presentano più livelli di lettura e da qui molti spunti di riflessione e di conversazione. Va ribadito infatti che il libro fotografico può essere letto in maniera collettiva, e cioè contemporaneamente da più persone, soprattutto in momenti di relax e di convivialità.
Molti i motivi per cui in circolazione vi sono più libri letterari che fotografici, non essendo i secondi meno significativi e illuminanti rispetto ai primi. Motivi sociologici, economici, tecnologici, che qui tralasciamo, dicendo solamente che non sono moltissime le persone capaci di narrare e raccontare per immagini. È un’arte complessa e poco diffusa, un’arte praticabile dopo aver ben esperito quella della lettura e dello studio di testi scritti in profondità.
Oggi, molti sono gli scrittori e di più coloro che hanno l’opportunità di fotografare, ma tra questi sono come le “mosche bianche” coloro che sanno ordinare per immagini le idee, i fatti …la storia!!!
In tale direzione, il Nostro giornale propone la lettura di una delle opere di Caterina Gerardi, fotografa spesso presente nelle nostre rubriche, oramai nota non solo al pubblico leccese, ma anche in ambito nazionale, affiancandosi a ciò molte e significative esperienze di carattere internazionale che lei ha vissuto negli ultimi vent’anni. Caterina nasce proprio come narratrice fotografica, e tale è rimasta, dove la sua produzione si contraddistingue proprio per i suoi racconti per immagini, nei quali si cimenta da oltre trentacinque anni.
Ça va sans dire che lettura dell’opera di Caterina che qui proponiamo si pone ad un ampio ventaglio di lettori, dove anche i neofiti possono cominciare a proiettarsi in quest’esperienza, che di sicuro non passerà senza lasciare una traccia significativa. Il volume in questione è COME VEDI TI PENSO e si compone di 30 fotografie di figure femminili scattate nel Cimitero Monumentale di Milano. Trenta ritratti di pietra che parlano al cuore, direttamente al cuore. In ogni caso, per ognuno di questi v’è un brano letterario, ciascuno di un’autrice specifica.
Come scrive Chiara Zamboni nell’introduzione, “…questo libro vive del controcanto tra le immagini e i testi che le accompagnano, pagine di riflessione soggettiva sull’immagine assegnata, scritte da pensatrici che hanno attraversato il femminismo. Una sorta di Spoon River al femminile, un affascinante racconto per parole e immagini…”
Un volume quello della Gerardi che, tra le altre, rientra fra quelli da “tavolino del salotto”. Un’opera infatti, buona da leggere, ma anche buona da esporre. Un libro-oggetto di pregio, dunque, che si presenta per varie funzioni: da sfogliare in solitudine, in compagnia …come complemento d’arredo: il tutto, spesso contemporaneamente.
E per maggiori informazioni su questa piccola opera d’arte si può contattare la Nostra redazione al seguente indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Rosanna Gobetti