È con Carlo Massimo Franchi che riparte la nostra rubrica Quadri & Squadri tesa ad aprire scorci significativi, sebbene sinottici, sulle opere di artisti contemporanei e che a parer di chi scrive vale la pena far esperire ai lettori di Venti di Ponente.
Di provata esperienza non solo in ambito nazionale, ma soprattutto internazionale, Carlo Massimo Franchi, novarese, opera da circa un quarantennio come artista e pittore ad ampio spettro. E ciò possibile in virtù di una formazione di base, che non è difficile definire di ottimo rilievo. Se da un lato possiede con maestria le arti pittoriche, dall’altro, da architetto e designer, gode di una prospettiva intellettuale di sicuro interesse.
Il risultato di quanto sottolineato ha portato Carlo Massimo Franchi ad esperire una pittura nei più disparati registri, dal figurativo all’astratto, in tutte le sue declinazioni e variazioni, dove in tutti questi predomina sempre la ricerca intellettuale nelle prospettive personali e sociali, una ricerca, va sottolineato, centrata sulla comprensione dell’oggi e del futuro. Meno pare appartenergli la dimensione passata.
La dominante intellettuale nella sua produzione, tuttavia non esclude la componente più sentimentale ed emotiva dell’essere artista. Si coglie subito questa circostanza, osservando la scelta delle cromie, dei contrasti e dei chiaro-scuri. E ciò è evidente soprattutto nell’opera che qui oggi proponiamo, che, sebbene carica di un verde psichedelico, presenta una carica emotiva molto decisa, robusta.
Pittore e artista di grande impatto, dunque, Carlo massimo Franchi, che sa cogliere e rappresentare, in definitiva, i diversi registri con cui si propone la Realtà, andando anche oltre. In questo, egli, a volte è sibillino, altre, provocatorio, altre ancora speculativo, in ogni caso le sue opere richiedono attenzione, ricambiando in significativi momenti di riflessione, accompagnata da movimenti emotivi e sollecitazioni di varia specie.
Rosanna Gobetti