Il mercato del Luxury nonostante tutto cresce ancora – di Samuele de Benedetto

Il mercato del Luxury nonostante tutto cresce ancora – di Samuele de Benedetto

            Dopo lo stop del 2020, il mercato del lusso si riprende velocemente e continua indisturbato a crescere, con un rimbalzo importante, tale che nel 2021 si presenta dell’1% più ricco rispetto al 2019, riuscendo a sfiorare i 400 mld di dollari.

            Un mercato quello del Luxury che non consce crisi ed è in costante espansione, di sicuro da oltre un trentennio. Di questo ne fanno parte gli aerei personali, le supercar, l’haute couture, i viaggi extralusso, yacht e panfili, gioielli, arredamenti e turismo personalizzato di lungo periodo.

            I punti focali del Luxury sono gli USA e la Cina, che addensano rispettivamente il 30% e il 20% delle transazioni. In seconda battuta troviamo l’Europa ed il Giappone, poi il resto dei paesi asiatici e il Medio Oriente, qui soprattutto con Dubai.

            Al riguardo va subito segnalato che la fortissima crescita del 2021 ha riguardato soprattutto gli USA e la Cina, mentre per gli altri due grandi mercati, quali quello europeo e giapponese continuano a soffrire gli effetti della crisi sanitaria, che ha obbligato a una complessa ristrutturazione e riorganizzazione del comparto. Si prevede che il Luxury in Giappone ricominci a crescere nel 2023, mentre per l’Europa bisogna aspettare il 2024.

            Nello specifico, in Europa gli sconvolgimenti conseguenti a seguito delle incisive norme sanitarie, non solo ha portato alla necessità di un nuovo assetto distributivo, ma ha richiesto una nuova struttura finanziaria e proprietaria. Circostanze che non hanno permesso di cogliere a pieno il rimbalzo del PIL, ma neanche l’accelerazione avutasi in questa area, della redistribuzione forzata del reddito verso l’alto.

            Peraltro, il mercato del Luxury a livello globale va assumendo connotati nuovi, e forse anche inediti. Da un lato, il commercio on line cresce in maniera quasi esponenziale, raddoppiando il suo fatturato in appena tre anni, ma dall’altro, come vera novità, vi è lo sviluppo del mercato dell’usato. Sì, anche il mercato del Luxury conosce e contempla gli scambi dell’usato. Qui la fanno da leone, il mercato delle imbarcazioni private e delle supercar, mentre gli altri segmenti merceologici pare che abbiano dinamiche meno evidenti.

            In controtendenza pare essere il mercato dei gioielli. Secondo il recente Worldwide Market Monitor di Bain e Altagamma, anche nell’annus horribilis 2019-2020 le vendite sono cresciute del 7%, ma fra 2019 e 2021 l’aumento è stato del 22%, per un valore globale di circa 23 miliardi di euro. Numeri confermati anche dai più recenti bilanci dei grandi gruppi del lusso: il primo semestre dell’anno fiscale 2022 di Richemont - al quale fanno capo maison come Cartier, Van Cleef&Arpels e Buccellati- si è chiuso con il segmento dei gioielli in aumento di ben il 67% rispetto allo stesso periodo 2020, mentre nel terzo trimestre del 2021, il segmento Orologi e Gioielli di Lvmh - al quale appartengono Bulgari, Tiffany, Chaumet - è cresciuto del 49% rispetto al 2020.

            Con riferimento al caso italiano v’è da rilevare che Federorafi ha dichiarato che si è registrato un aumento dell’83,2% dell’export nei primi sette mesi del 2021, per un totale di 4,45 miliardi di euro.

             In estrema sintesi si può, dunque, affermare che il mercato del Luxury a livello globale non abbia registrato grandi scossoni, se non in Europa, nelle sue dinamiche e nei suoi sviluppi a seguito dell’emergenza sanitaria. Ha continuato a crescere e a disarticolarsi secondo le caratteristiche che va mostrando la nuova cultura Occidentale, mostrando delle novità di cui non se ne potrà tenere conto.

 

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