La questione xylella torna nelle cronache e sui tavoli della politica regionale, con un bando circa il "Reimpianto di olivi in zona infetta". L’avviso pubblico tenderebbe a riqualificare nel medio-lungo periodo il territorio salentino colpito dal noto batterio, per ricostruire il patrimonio olivicolo danneggiato. Ma è già polemica con le associazioni di categoria, soprattutto con Coldiretti, che non condivide l’iter e le modalità di tale emanazione.
Sono ormai diversi anni che la xylella fastidiosa costringe proprietari e gestori di terreni agricoli a potare o abbattere alberi di ulivo, anche secolari. La Regione Puglia però pare voler porre rimedio a tale desertificazione del paesaggio e del patrimonio salentino, con un bando seguito alla determinazione n.377 dello scorso 8 settembre 2020. È stato emanato infatti un avviso pubblico per la presentazione delle domande di aiuto/adesione rivolto a singoli operatori e cooperative. Ma, ancora, stando a quanto dichiarato da Coldiretti, principale associazione coinvolta, l’azione regionale non produrrebbe i benefici dichiarati dalla Regione.
Secondo quanto si legge sul sito della Regione Puglia, “Il Bando consente a tutti i proprietari terrieri di partecipare sia in forma singola che associata, attraverso le O.P. o le cooperative olivicole” con una procedura semplificata che consentirà – prosegue l’annuncio – “di produrre una graduatoria di beneficiari che potrà essere utilizzata anche oltre le disponibilità attuali sulla base di allocazione di ulteriori future risorse.” Analizzando, invece, le critiche mosse da Coldiretti pare che tutto l’iter di formazione della determina e del bando regionale si sia sviluppato in forma “semplificata” o “superficiale”. Infatti, nelle dichiarazioni dei responsabili dell’associazione si apprende come permarrebbe l’impossibilità, da parte degli addetti di categoria, di contribuire alla più efficacie stesura di bandi e provvedimenti, fino a negare una preliminare presa visione proprio di Coldiretti.
Diamo ora un’occhiata alle dotazioni finanziarie messe a disposizione dalla Regione Puglia. Da bando, l’esercizio farebbe riferimento alle annualità 2020-2021, per una somma pari a 39.6 milioni di Euro, suddivisi in maniera differente. Infatti, per l’anno che volge al termine, il 2020 appunto, sia apprende dai documenti pubblicati, sarebbero riservati poco più di 13.8 milioni di Euro. Mentre, riservati per la seconda annualità sarebbero i restanti 25.7 milioni di Euro circa. Ed ancora, come specificato più volte nel bando, le somme saranno destinate sia a singoli proprietari sia a cooperative/imprese, sbilanciati a favore degli aggregati. Effettivamente, osservando le cifre notiamo come a singoli o famiglie siano stati destinati circa 5.9 milioni di Euro, contro i 33.66 milioni assegnabili a cooperative e imprese.
Proprio rispetto alle premialità, poi, Coldiretti ha avanzato precise critiche. I motivi di tali disapprovazioni risiederebbero, appunto, nei differenti premi indicati dalla Regione tra imprenditori agricoli e coltivatori. Secondo quanto sostiene l’associazione di categoria, infatti, così facendo si creerebbe una disparità di trattamento difficilmente spiegabile, ma soprattutto dannosa, tra figure che sostanzialmente si equivalgono nei ruoli professionali.
Quello che è un grosso problema per piccoli e grandi coltivatori, singoli o organizzati, pare non trovare ancora una soluzione che accontenti tutte le parti in causa. Sicuramente serve un’accelerazione per invertire la marcia ed evitare la totale desertificazione del patrimonio secolare che abita e vive i terreni salentini, così come, se necessario, l’impianto di un nuovo ulivo ospite resistente alla fastidiosa xylella.