Continua la vertenza sindacale dei Cobas a sostegno dei lavoratori ex Isolaverde di Taranto, e per questo la stessa sigla indice un presidio dinanzi al Comune di Taranto. Questa volta la Conferenza dei Comitati di Base (Cobas) intende così coinvolgere anche il Comune, perché sia chiarita la vicenda che li vede impegnate ormai da tempo.
È in un comunicato stampa diffuso che Cobas approfondisce, ancora, i dettagli della questione “Verde Amico”, oltre a chiedere risposta su alcuni aspetti che il sindacato ritiene poco chiari:
“Venerdì 25 settembre tornano in presidio i lavoratori ex Taranto Isolaverde presso il Comune di Taranto dalle ore 08,30.
L’assurda vicenda di questi lavoratori impegnati nel progetto di bonifiche leggere “Verde Amico” è già più che nota a questi Organi di Informazione. Ma la situazione si fa però sempre più drammatica in quanto siamo a due mesi appena dalla scadenza del progetto e quindi del contratto dei lavoratori, e, nonostante ciò, non si sta muovendo foglia sebbene i lavoratori e la scrivente stanno ripetutamente sollecitando tutte le istituzioni interessate.
Questa volta il presidio si tiene presso il Comune per svariate ragioni:
- Il Comune è una delle Istituzioni interessate al progetto sia in quanto Comune sia in quanto socio unico di Infrataras, società che ha in carico i lavoratori
- come si sa in queste situazioni nebulose e di crisi accadono vicende insopportabili ed inopinate. Infatti la società Infrataras, avendo avuto incarico dal Comune di interventi presso le scuole, nella peggiore tradizione dei padroni delle ferriere, ha scelto motu proprio, 10 lavoratori (su 131) che hanno raddoppiato le ore lavorative e quindi il salario
- premesso che questa Organizzazione Sindacale non è ovviamente contraria ad ulteriori ore di lavoro e conseguenti aumenti salariali, condanna le modalità della scelta, che avrebbe dovuto essere in piena trasparenza, come è dovere di una azienda partecipata di un Ente Pubblico e che utilizza soldi pubblici. Quindi Infrataras avrebbe dovuto rendere noto a tutti i 131 lavoratori per poi tenere una selezione fra tutti a seconda delle comprovate professionalità che servono all’intervento richiesto dal Comune e fra questi effettuare una rotazione. E come si può immaginare questa scelta di imperio ha creato malumore fra gli altri lavoratori. Ma la scrivente si pone una legittima domanda: questo modo di agire è forse un segnale per il futuro nel senso che solo pochi “eletti” continueranno a lavorare?
- Inoltre questo modo di agire porta la scrivente a porre alcun domande e ad alcune considerazioni. Siccome questa vicenda viene discussa all’interno del tavolo prefettizio di crisi dei lavoratori ex Taranto Isolaverde che stabilisce le linee guida per risolvere questa annosa vertenza, tutti i componenti del detto tavolo (Organizzazioni Sindacali, Enti e Infrataras) si devono adeguare a tali linee guida. Pertanto, a parere della scrivente, Infrataras, per questo progetto aggiuntivo, avrebbe dovuto coordinarsi col tavolo di crisi e con i soggetti che la compongono: in particolare con la Prefettura in quanto coordinatrice del tavolo e con la Regione Puglia che ha investito fondi propri per professionalizzare in modo equanime tutti i lavoratori e quindi l’imperio nella scelta dei lavoratori è non solo disequilibrata e disequilibrante ma è contrario alle linee guida del tavolo di crisi. Queste sono le considerazioni, ma c’è una domanda importante: per questo progetto si stanno utilizzando fondi del progetto “Verde Amico”, o sono altre risorse? E a seconda della risposta che è dovuta non solo ai lavoratori, alla scrivente ma soprattutto ai cittadini dato che si utilizzano soldi pubblici, si aprono scenari di cui dare conto, sempre nell’intento della trasparenza, che è un dovere e non optional.
Concludendo per venerdì 25 nella contestualità del presidio la scrivente ha chiesto incontro al Sindaco ed all’Assessore affinché diano le giuste risposte a quanto qui posto alla pubblica attenzione, ed affinché la soluzione di questa vertenza deve vedere la stabilizzazione di tutti i lavoratori, e che tutto deve passare al fine della corretta definizione della vertenza, attraverso le linee guida stabilite collettivamente nel tavolo di crisi, ed a cui tutti si devono attenere.”