Uno dei problemi del Paese Italia è sicuramente il lavoro, ovvero la disoccupazione. Una questione che affligge giovani e meno giovani da diverse generazioni, specialmente le ultime. I tentativi di risolvere il problema sono stati vari, con interventi che hanno agito dalla flessibilità contrattuale alle agevolazioni nelle assunzioni per imprese e datori di lavoro. Negli ultimi anni, in primis il Movimento 5 Stelle ha provato ad agire sui Centri per l’Impiego (CPI), attraverso la formazione e l’azione di figure specializzate, rientranti nel sistema del Reddito di Cittadinanza. Ad oggi, però, la questione si ripropone e i CPI pugliesi pare siano nuovamente in crisi. A sottolineare l’attuale grave condizione di questi enti pubblici, è l’organizzazione sindacale COBAS, che attraverso un comunicato, indirizzato agli organi competenti nazionali e regionali, chiarisce alcuni aspetti della questione e specifica le sue proposte:
“La scrivente Organizzazione sindacale in relazione ai bandi Arpal Puglia per il potenziamento dei C.P.I. fa presente quanto segue.
Innanzitutto verifichiamo che, impropriamente circolano bozze di bandi per assunzioni ai fini del potenziamento dei C.P.I., non sappiamo quanto rispondenti al vero.
In realtà prima della pubblicazione ufficiale degli stessi bandi, la scrivente vuole evidenziare possibili criticità derivanti dal non aver preso in considerazione suggerimenti rivenienti da pregressi incontri con la sottoscritta O.S., nonché note della stessa. Si tenga in conto che quanto dalla scrivente suggerito è diventato un emendamento, poi stravolto in sede di consiglio regionale, alla Legge Regionale 29/2018 art. 4 comma 1.
I suggerimenti di cui sopra riguardavano la necessità di reimpiegare nella implementazione occupazione dei CPI tutti i lavoratori, senza alcuna forma di impedimento, che mediamente hanno lavorato presso i CPI in tutta la Puglia per circa 18 anni attraverso le società partecipate delle varie Provincie.
Si tenga conto che teoricamente questi lavoratori avrebbero dovuto essere di semplice supporto, mentre in realtà sono coloro che hanno tenuto in piedi il servizio e prova ne siano, ad esempio, che avevano le password di accesso alla banca dati della piattaforma Sintesi e regolarmente svolgevano servizio di front-office.
A seguire le partecipate delle varie Province hanno subito varie peripezie che hanno portato i loro dipendenti o ad essere licenziati (ex Taranto Isolaverde fallita) o ad avere la cassaintegrazione in deroga (Santa Teresa ed Alba Service). Come immediata conseguenza sono stati estromessi dai CPI che da quel momento sono andati in crisi quasi irreversibile, come è noto a tutti.
Sulla base di quanto esposto la scrivente O.S. ha sentito il dovere di fare proposte operative ed anche immediatamente applicabili che risolvessero contemporaneamente 2 problemi: la funzionalità dei CPI ed il rientro occupazionale dei citati lavoratori.
È di tutta evidenza che il rientro al lavoro di questi lavoratori nei CPI risolverebbe entrambe le problematiche perché non si possono buttare a mare circa venti anni di esperienze su questo servizio, notoriamente molto delicato, che nessun neofita della materia potrebbe svolgere con la stessa perizia.
Sulla base di quanto esposto la scrivente propose nei vari incontro il rientro immediato nei CPI di chi storicamente aveva svolto il servizio attraverso le partecipate.
Sugli strumenti normativi attraverso i quali far rientrare questi lavoratori la scrivente si è resa e rende disponibile da subito a valutare tutte le opzioni. E se lo strumento individuato è il bando pubblico, è di tutta evidenza che nello stesso va valutato in modo prioritario l’esperienza di questi lavoratori, il front-office, le password per la banca dati Sintesi e il quasi ventennio di servizio. Del resto se tutto ciò non fosse si creerebbe un ulteriore pessimo funzionamento dei CPI, e tale bando potrebbe essere additato di mancanza di totale trasparenza: sarebbe incomprensibile che una Amministrazione Pubblica, che utilizza denaro dei contribuenti, rinunciasse a personale di comprovata e pluriennale esperienze per preferire di fatto neoassunti alle prime armi.
A riprova della validità delle proposte della scrivente, lo stesso Commissario Straordinario di Arpal Puglia con deliberazione n. 50 del 07/07/2020 ha sottoscritto con la Provincia di Brindisi una convenzione grazie alla quale si utilizzeranno i lavoratori attualmente in cassa integrazione della partecipata Santa Teresa, a colmare i vuoti nei CPI di Brindisi e provincia: questa è la migliore dimostrazione che senza questi lavoratori i CPI non funzioneranno da nessuna parte.
Si fa presente che questo comunicato stampa è stato contestualmente inviato al Ministro Catalfo, al Presidente della Regione Puglia, agli assessori regionali pugliesi e ai consiglieri regionali pugliesi, che a vario titolo e a vari livelli sono perfettamente a conoscenza di quanto qui esposto. Ciò al fine di evitare un bando che non riconosca i diritti di questi lavoratori, prima iper utilizzati e poi buttati via come stracci, e che possa perpetuare l’inefficienza dei CPI. Pertanto la scrivente chiede a tutti gli esponenti istituzionali in indirizzo di prendere chiara posizione su questa materia.”