Come è ampiamente noto, nelle situazioni di emergenza, come per quelle inerenti i terremoti o le catastrofi naturali in genere, i governi possono nominare commissari con larghi potere e/o gruppi di tecnici, alias task force, per la gestione di particolari aspetti del frangente emergenziale. Ma il Premier Conte pare che stia andando un po’ oltre. Dopo aver nominato Domenico Arcuri commissario straordinario per le infrastrutture ospedaliere, infatti, ha nominato una vera e propria task force di esperti, guidata dal manager Vittorio Colao, in vista della “fase 2” dell’emergenza coronavirus.
Perché, tuttavia, questo gruppo con a capo Colao sta attirando tanto interesse e una certa preoccupazione in Parlamento? La motivazione si può rintracciare dalla notizia fatta girare nei giorni scorsi tra le stanze delle istituzioni italiane e portata alla luce da qualche giornale e da alcuni parlamentari e, in particolare, dall’onorevole Claudio Borghi, circa la questione legata alla richiesta dell’immunità giuridica da parte degli esperti e dei componenti di questa task force. Qualcosa che va contro la Costituzione, fuori dalla ratio della responsabilità legata alla carica ricoperta. L’immunità è qualcosa che la Costituzione garantisce ai parlamentari e alle massime cariche istituzionali dello Stato. Per il resto vige il principio di responsabilità che è commisurata al potere conferito. Conte quindi vorrebbe dare un potere a un gruppo di persone non elette, senza che queste possano rispondere delle loro azioni. Una follia? Al momento, una notizia, ad ogni modo, sottaciuta, fatta eccezione per alcuni organi di stampa della destra e dell’estrema sinistra.
Come se non bastasse, quindi, oltre ai decreti governativi e le trattative europee portate in assoluta autonomia, esautorando il Parlamento, ecco che Conte auspicherebbe l’immunità per un gruppo di tecnici da lui nominati, che si vorrebbe far passare per “neutri”, al di sopra di interessi e lontani da particolari idee politiche. Questo però non è certamente vero, anzi è di fatto un falso ideologico. Vi è sempre una scelta nelle azioni da intraprendere, c’è sempre una visione nelle decisioni da prendere, una politica insomma. Per quanto possa essere tecnica un’operazione, prevede sempre un ventaglio di modalità operative a disposizione dell’esecutore, e la scelta di una tra le tante non è questione tecnica, bensì politica, prettamente politica.
Insomma, se lo scontro si dovesse risolvere in favore di Conte, potrebbero riconoscersi poteri e immunità oltre i dettami costituzionali a soggetti che di fatto rappresenterebbero dei nuovi parlamentari non eletti dal popolo.