Politica e Coronavirus. E dopo? – di Massimiliano Lorenzo

Di Governo Italiano - Presidenza del Consiglio dei Ministri (Note legali) - Governo Italiano - Presidenza del Consiglio dei Ministri, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=52910195

          Quella legata al coronavirus è sicuramente una crisi o un’emergenza, destinata a segnare per lungo tempo ogni aspetto della nostra società. Tutti i settori, da quello sociale e sanitario, a quello del lavoro e del divertimento, sono stati e continueranno ad essere toccati. Forte anche il suo impatto sul mondo politico. A tal proposito, appare interessante capire come mai la politica è scomparsa dalla scena e, magari “vedere” dove possono essere finiti i politici.

          Se solo fino ad un mese fa, nell’aprire qualsiasi giornale, nel fare zapping o nell’accedere su un qualsiasi social network le notizie in anteprima che avremmo sentito o letto sarebbero state quelle relative alle prese di posizione dei politici sui migranti o la sicurezza e reddito di cittadinanza o quota 100, da più di un mese, ovvero da fine marzo, invece non è più così. Perché? Si fa presto a dire: la politica ed i politici si sono ritirati nelle proprie stanze, lasciando il campo ai tecnici. Chiariamo: voci importanti e preponderanti, in periodo di crisi sanitaria, non possono che essere quelle di scienziati e primari, medici ed infermieri, ma da qui ad arrivare ad una sanitocrazia spinta, sembra eccessivo. Non è possibile tollerare che la politica ed i politici, le Nostre Guide, riescano ed essere presenti solo quando è alle porte una tornata elettorale! Nessuna possibile visione, da esprimere, per il durante e il dopo-COVID 19? Nulla su cosa, politicamente, può dirci questa crisi? Insomma, il Paese è stato lasciato nelle mani dei medici, i quali hanno scelto brutalmente di dare un duro colpo alla Civiltà, alla Nostra Civiltà, e senza mezzi termini.

          Certamente qualche politico ha messo il naso fuori dalla propria porta ed in un accesso d’orgoglio ha improvvisato, ha detto la propria circa le questioni attinenti al noto virus, ha provato ad “orientare” il proprio elettorato di riferimento. Il primo, ed immancabile, è stato “il capitano” leghista, Matteo Salvini. Il leader della destra ha cercato di intervenire, costruendo forme di riferimento ideologiche, ha cercato di delineare i buoni e i cattivi, ma alla fine il suo intervento si è mostrato decisamente debole ed inadeguato. All’attento osservatore ha dimostrato, infatti, qualcosa di molto vicino allo schizofrenico. In prima battuta ha ritenuto necessario tenere “aperto” il paese, perché in realtà era solo un virus cinese e dei cinesi, poi, con una virata di centottanta gradi, con forza è stato del parere di chiudere tutto e “barricarsi in casa”.

          E le mollezze, le debolezze della politica poi sono andate avanti ed oltre con Matteo Renzi, che ha cercato di disquisire in favore delle piccole e medie aziende, da un lato e dall’altro facendo da megafono di Confindustria, circa la riapertura delle fabbriche. Il senatore di Scandicci ha ipotizzato un riavvio prima di Pasqua, nonostante questa conta dei morti e contagiati, e l’incertezza sulle condizioni di lavoro degli operai. Insomma, è stato un po’ frettoloso. Un’altra figura politica, poi, si è “intromessa” nei discorsi medici e sanitari, tenendo benissimo la scena: Giorgia Meloni. Anche la leader di Fratelli d’Italia ha cercato di orientare il “suo popolo”, con dirette social, sugli aspetti negativi delle manovre governative, ma anche qui debole s’è mostrata la sua proiezione non solo sul piano delle alternative da opporre a Conte, ma anche sul piano della visione del futuro.

          A parte questi casi del tutto episodici, peraltro non particolarmente brillanti, la politica dov’è? Chi sta organizzando il nostro futuro? Quali le visioni per il domani? Da destra a sinistra è più che evidente la politica si è per la maggior parte giocata col silenzio. Ma poi, questo silenzio della politica è un silenzio-assenso o una manifestazione di paura? O forse è solo un caso? Non si sa bene e non si è capito bene! Fatto sta che si è smesso di parlare e pensare su come usciremo, o potremmo uscire, da questa quarantena; nessuno si è espresso seriamente sul dopo-crisi.

          Ma poi, la politica avrà ancora il suo peso? L’espressione massima della rappresentanza politica, il Parlamento, conserverà il suo solito posto? Questo, c’è da specificare, dopo anni di destituzione del potere legislativo, a favore sempre più frequentemente di atti di governo. E gli interessi privati e di posizione, quelli delle grandi famiglie, ora con più forza detteranno le manovre? Questa volta senza filtri e direttamente? Si avrà ancora il potere pubblico e politico, oppure il capitale affonderà definitivamente lo Stato?

          Insomma, per chiudere, i dati di contagi e decessi sembrano dare, al momento, ragione alla regia di comando, sebbene vadano presi con le molle e magari adeguatamente interpretati. Dubbi vengono, tuttavia, sul fatto che questa potrebbe essere un’altra “tangentopoli”. Di fatto, è sicuro che tale congiuntura spazzerà via il passato. Le ferite inferte all’economia, ai conti dello Stato sono troppo profonde, per non lasciare tracce indelebili. È l’ora, dunque, non solo di indossare le mascherine, ma anche di cominciare ad aprire la mente e osservare cosa accade in Italia e nel resto del mondo, privilegiando, senza grossi azzardi, più l’osservazione dei fatti e un po’ meno le loro strutture motivazionali?

 

powered by social2s

Questo sito web fa uso di cookie tecnici e analitici. I cookie analitici usati in questo sito sono cookie analitici di terze parti, utilizzati a fini statistici per la raccolta di dati aggregati, gestiti con la tecnologia della anonimizzazione dell'indirizzo IP. Essi non vengono incrociati con altri servizi. Per tali ragioni sono assimilabili a cookie tecnici e, pertanto, l'uso di questi cookie non necessita del consenso preventivo da parte dell'utente del sito. Questo sito non fa uso di cookie di profilazione dell'utente.