Finamore, atto secondo: “Da me nessuna opposizione precostituita. Valuterò le proposte del Sindaco senza condizionamenti” – C. Giaracuni

Finamore, atto secondo: “Da me nessuna opposizione precostituita. Valuterò le proposte del Sindaco senza condizionamenti” – C. Giaracuni

            Dallo scorso 9 di ottobre le porte di Palazzo Carafa si sono nuovamente aperte di fronte ad Antonio Finamore che, dopo un anno e mezzo di assenza, ha ritrovato uno scranno nel Consiglio Comunale.

            Primo dei non eletti alle amministrative di maggio 2019 con la lista Prima Lecce, Finamore è tornato in sella grazie alle dimissioni di Saverio Congedo, maturate dopo la mancata elezione al consiglio regionale pugliese. E si è subito presentato in aula con dichiarazioni decisamente inaspettate, annunciando disponibilità e sostegno al Sindaco Salvemini tra gli sguardi perplessi dei compagni di opposizione.

            La schiettezza è sicuramente una qualità di cui Finamore non difetta. Non è uomo politico incline alle strategie e il politichese non è certo la sua lingua. È però persona concreta dai modi genuini e durante una chiacchierata telefonica con chi scrive ha parlato senza peli sulla lingua del secondo atto della sua nuova avventura in Consiglio Comunale gettando uno sguardo sul panorama politico leccese, sul passato e sul futuro, suoi e del centrodestra.

            “Purtroppo ho perso il primo anno e mezzo di consiliatura. Sto studiando per recuperare e mettermi al passo - ammette Finamore - sono un po’ in difficoltà perché il lavoro è complicato dalle comunicazioni a distanza. Il virus ci ha stravolto la vita e tutto è più difficile”.

            Sembra quasi spiazzato dalle tante difficoltà incontrate al rientro a Palazzo Carafa e tra una parola e l’altra pare quasi domandarsi chi, in fondo, gliel’abbia fatto fare a riprendere quest’incombenza.

            Guarda comunque avanti con fiducia assicurando il suo impegno per il bene della città. E ribadendo la “strana” posizione espressa il 9 ottobre davanti ai suoi colleghi consiglieri. “Non ho intenzione di fare opposizione a prescindere. Valuterò le proposte del Sindaco e se faranno gli interessi dei leccesi le voterò senza problemi. Anche se i colleghi dell’opposizione non sono d’accordo”. Nessuna posizione precostituita e nessuna opposizione a oltranza. Finamore non ha nessuna intenzione di mettere i bastoni tra le ruote alla Giunta per il solo gusto di farla cadere.

            La prima esperienza gli è bastata e assicura di non voler “ripetere gli errori del passato”. Nel marzo del 2018, insieme alle consigliere Gigante e Calò, Finamore diede vita a Prima Lecce e sottoscrisse un patto con Salvemini per neutralizzare la cosiddetta “anatra zoppa”, garantire la maggioranza al Sindaco e far sopravvivere la consiliatura. Ma fu proprio il passo indietro di Prima Lecce a determinare, di fatto, le dimissioni di Salvemini e la caduta della giunta.

            “La pressione che sentivo su di me era troppo grande. Ero in contatto costante con Salvemini per ogni decisione ma preferisco non avere incarichi e votare pensando solo ai cittadini. Sono passato dalla maggioranza all’opposizione e non mi sono arricchito. Ma sono libero.”

            Finamore non ha tessere e vuole restare estraneo alle logiche di partito. E dichiara di voler esercitare la sua libertà senza preoccuparsi del giudizio dei colleghi del centrodestra. Un centrodestra che si presenta compatto nella spesso sterile e preconcetta opposizione al Sindaco ma che in realtà sarebbe, a suo dire, sgretolato dall’interno. “Il centrodestra non esiste - afferma Finamore senza mezzi termini o giri di parole - è un’opposizione senza leader, sfilacciata. Un’accozzaglia che non ha un futuro roseo davanti”.

            Secondo Finamore il centrodestra di oggi è l’eredità di quella classe dirigente mandata in soffitta dagli elettori e percepita dai cittadini come un ristretto circolo avvinghiato al potere. Un centrodestra che non ha saputo intercettare la svolta verso il civismo che invece Delli Noci ha saputo interpretare nel più fruttuoso dei modi.

            Se quello verso la propria area politica è impietoso, il giudizio di Finamore verso il centrosinistra e la Giunta in carica non è certo benevolo: “Non mi piace la politica degli accordi. Nella nomina di Signore come presidente del consiglio comunale il Partito Democratico ha voluto imporre la propria supremazia e questo rappresenta una frattura nella maggioranza. Gli accordi politici basati sulle prove di forza non sono salutari e non sono ben visti dai cittadini”.

            Con queste premesse comincia la seconda avventura di Finamore in Consiglio Comunale. Un’avventura che si preannuncia come il viaggio solitario di un uomo pragmatico, pronto a rompere gli schemi di una politica che sembra non piacergli affatto, ma in cui sa trovare come sempre posto. 

Cristian Giaracuni

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