Il 20 settembre, i pugliesi torneranno alle urne per scegliere il Presidente della Regione, erroneamente chiamato “governatore”, ovvero per decidere da chi farsi guidare per i prossimi cinque anni. Saranno sei i candidati a concorrere per la carica, tra centro–sinistra, centro–destra e indipendenti. Alla ricerca dei voti dei cittadini pugliesi andranno coloro che sono stati scelti dal proprio schieramento, attraverso formule diverse: chi attraverso le primarie o simili, chi dopo duri confronti tra segretari di partito, e chi perché si è fatto avanti ed ha trovato dei sostenitori.
Partiamo da chi ha guidato la Puglia nell’ultimo lustro, dal 2015 ad oggi. Come prevedibile, il Presidente uscente Michele Emiliano ha riproposto la sua candidatura. Infatti, Emiliano correrà nuovamente per il governo della Regione, dopo esser passato dalle primarie del centro–sinistra. Emiliano ha difatti già superato un passaggio elettorale, interno alla sua coalizione, ovvero quello delle primarie. In quella domenica 12 gennaio, prima che la Puglia e il Mondo venissero travolti dalla pandemia, a sfidare il Presidente uscente vi erano altri tre candidati: il consigliere regionale Fabiano Amati, l’ex europarlamentare ed assessore regionale Elena Gentile ed il sociologo–candidato civico della sinistra – Leonardo Palmisano. Intanto, a sostenere la candidatura del Presidente Emiliano sarà una larga coalizione, trasversale, che tiene insieme formazioni politiche diverse, da Sinistra Italiana ai centristi.
Restando nel campo del centro – sinistra, anche Matteo Renzi avrà il suo candidato alla corsa per la Puglia. Il fondatore di Italia Viva ha indicato il deputato della sua area Ivan Scalfarotto, attuale sottosegretario agli Esteri. Al sostegno del candidato renziano, troviamo Azione di Carlo Calenda e +Europa di Emma Bonino. Ciò, dopo aver invitato il Partito Democratico a mettere da parte Emiliano per riunire lo schieramento al governo del Paese, ricevendo un secco “no”.
Per il Movimento 5 stelle, a correre alla conquista della carica di Presidente regionale pugliese sarà, nuovamente, Antonella Laricchia. La modalità di scelta per gli iscritti pentastellati può essere paragonata a quella delle primarie, ma si è votato online e hanno votato solo coloro che fanno parte del movimento.
Nel centro – destra, invece, il percorso alla scelta del candidato Presidente è stato più travagliato, e non poteva essere altrimenti, visti i rapporti di forza. Dopo mesi di discussione, l’accordo è stato raggiunto sul nome di Raffaele Fitto, espressione di Fratelli d’Italia. Quello del centro–destra può essere considerato un vero compromesso politico tra le parti in causa: Lega di Matteo Salvini, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e Forza Italia di Silvio Berlusconi. Almeno inizialmente, Salvini considerava pacifico il diritto a scegliere come Lega il “cavallo vincente”, date le percentuali di consenso del movimento dell’ex Ministro degli Interni. Ma, ancora, i massimi esponenti della destra nazionale sono venuti a più miti conclusioni, forse anche per la volatilità degli elettori e le contestazioni in tante parti della Puglia nelle visite di Salvini. Di certo, però, le contropartite sono state già definite, qualora mai vincesse sul serio il figlio d’arte (politica) e già Presidente della Regione Puglia tra il 2000 ed il 2005, Raffaele Fitto.
La lista dei candidati alla presidenza della grande regione meridionale si completa con due indipendenti: il consigliere regionale Mario Conca, ex del Movimento 5 Stelle ed escluso dalle “regionarie”, sostenuto dalla civica “Cittadini Pugliesi”; e l’Avvocato Michele Rapanà, su cui ha scelto di puntare il Partito Liberale Italiano.
Tanti candidati e una campagna elettorale singolare, che si snoderà e si svolgerà nella stagione estiva: tra sole, caldo e distanziamento anti-contagio. Negli ultimi 5 anni, soprattutto sul livello nazionale della politica nostrana, molto è mutato, in primis i rapporti di forza ed i consensi. La Lega ha aumentato le sue percentuali nel Paese, attraverso le parole d’ordine razziste contro i migranti, tema caldo in Puglia, surriscaldato da caporalato e organizzazioni criminali. Ma, oggi, Salvini registra una forte flessione e una perdita di molti punti percentuali. Ancora, il centro–sinistra ha proseguito nella sua frammentazione e atomizzazione, con Matteo Renzi intento ad imporsi tra i consensi dei centristi italiani. Una tale e varia offerta della “sinistra” potrebbe facilitare il percorso verso il Palazzo regionale del conservatore Raffaele Fitto. Aspetto affatto secondario, che spaventa non poco una parte dei pugliesi, per un possibile ritorno alle politiche fittiane da “Manuale Cencelli”, dopo quindici anni di sviluppo con la giunta Vendola e quella, meno progressista, di Michele Emiliano. I 5stelle, invece, difficilmente potranno guidare la Puglia con Laricchia, anche per i minori consensi del passato, per le questioni TAP ed Ilva che Di Maio, Di Battista e l’ex Ministro pugliese Barbara Lezzi non sono stati in grado di risolvere, anzi.
Resta da capire, e osservare, chi realmente sta giocando per vincere e chi, altrimenti, corre per rompere o in accordo con altri candidati. Sicuramente, sarà importante analizzare le proposte politiche, economiche e sociali per il progresso della Regione, soprattutto rispetto al rapporto con l’Unione Europea ed i tanti progetti che enti e realtà pugliesi sviluppano su tutto il territorio, proprio attraverso i finanziamenti europei.
Massimiliano Lorenzo