Finisce con le dimissioni l’avventura in consiglio comunale dell’eterno Saverio Congedo. Incassata la mancata rielezione nel Consiglio regionale pugliese in cui sedeva ininterrottamente dal 2000, Congedo decide di abbandonare anche il seggio di Palazzo Carafa in cui ebbe accesso per la prima volta nell’ormai lontano 1995.
Anche allora Congedo, eletto con Alleanza Nazionale, sedeva tra i banchi dell’opposizione, in quel caso contrapposta alla maggioranza guidata da un altro Sindaco Salvemini, padre dell’attuale primo cittadino. Da quel 1995 Congedo è stato un candidato perpetuo tra le file del centrodestra, praticamente in tutte le elezioni comunali e regionali tenutesi negli ultimi vent’anni. Entra in Regione da vincitore al seguito di Raffaele Fitto all’inizio del nuovo millennio sotto le insegne del Popolo delle Libertà per poi riconfermarsi cinque anni più tardi, all’opposizione, in quota AN e ancora nel 2010 di nuovo con il PdL.
Cinque anni dopo il dott. commercialista prestato a tempo pieno alla politica riottiene il seggio pugliese con la lista Oltre con Fitto, seggio che conserva fino alla scorsa settimana quando le urne smettono di premiarlo: le sue 7.228 preferenze non bastano per garantirgli la quinta consiliatura consecutiva. Stavolta Congedo deve cedere il passo all’ex presidente della Provincia Antonio Maria Gabellone, primo della sua lista.
La luce di quello che prometteva di essere l’astro nascente della destra salentina non si è spenta all’improvviso ma ha cominciato a singhiozzare già qualche tempo fa: alle politiche del 2018 si candida con Fratelli d’Italia ma non ottiene il pass per Montecitorio e un anno più tardi subisce la sconfitta più cocente nella corsa a Palazzo Carafa. Il suo nome come candidato Sindaco di Lecce esce al termine di una lunga lotta interna ad un centrodestra orfano della leadership di Paolo Perrone, per sopraggiunto limite di mandati, già sconfitto da Salvemini nel primo round del 2017, scosso dagli scandali giudiziari e lacerato dalle rese dei conti tra capibastone. L’ombra dell’ex Sindaco, nonché cognato, non è sufficiente ad orientare il voto dei Leccesi che assegna a Carlo Salvemini la poltrona di Sindaco e stavolta anche la maggioranza in consiglio.
La sconfitta alle ultime elezioni hanno quindi spinto Congedo al passo indietro. Per “motivi personali”, assicura il diretto interessato pronto a continuare la sua azione politica anche fuori dalle istituzioni, ma non è da escludere che le dimissioni rappresentino un’azione per riequilibrare gli equilibri all’interno della coalizione di centrodestra.
A sostituire Congedo sarà Antonio Finamore che attendeva l’occasione da oltre un anno: “Conoscendo lo spessore umano e politico di Erio, io penso che dopo il primo consiglio si può dimettere. Non me l’ha promesso ma abbiamo parlato” dichiarava sicuro Finamore negli studi di Telerama a luglio del 2019. Il primo consiglio è passato da un pezzo e Finamore ha dovuto attendere più del previsto. La pazienza, alla fine, lo ha premiato.
Primo dei non eletti con Prima Lecce (lista civica riconducibile a Roberto Marti), Finamore rientra in consiglio dopo essere stato ago della bilancia per la prima giunta Salvemini. La sua lunga esperienza di imprenditore edile maturata fino al 2005 lo ispira nella costruzione di una maggioranza in consiglio che neutralizzi la cosiddetta “anatra zoppa” (Sindaco senza maggioranza dei seggi) certificata dal Tar nell’ottobre 2017. A marzo 2018 Finamore, insieme ai consiglieri Gigante e Calò, sigla con il sindaco un “patto di scopo”, che tiene in piedi la giunta fino alla fine dell’anno: la vertenza Lupiae Servizi è il casus belli che rompe un accordo fragilissimo. Accordo che va definitivamente in frantumi quando Prima Lecce vota contro l’assestamento di bilancio promosso da Salvemini che a gennaio si dimette.
Le elezioni successive estromettono Finamore da Palazzo Carafa e appena un anno fa il suo nome finisce tra quelli degli indagati per una brutta storia di multe, documenti truccati e ricorsi “agevolati” in cambio di voti. Finamore è socio di un’agenzia di pratiche automobilistiche e la sua attività, secondo i magistrati, sarebbe coinvolta in illecite interferenze sui ricorsi contro le multe per violazione delle ztl per cui risulta indagato, fra gli altri, anche l’ex assessore Luca Pasqualini.
Adesso però Finamore avrà altro a cui pensare: un consiglio comunale tanto atteso e finalmente ritrovato.
Cristian Giaracuni