Letteratura e mondanità nel leccese: verso nuove politiche culturali – S. De Benedetto

Letteratura e mondanità nel leccese: verso nuove politiche culturali – S. De Benedetto

            A partire dal 2010, si è assistito ad un mutamento abbastanza rapido del quadro socio-economico e politico, non solo in ambito nazionale, ma anche a livello locale. Soffermandoci sul Salento, a partire dall’anno citato, si è registrato un declino dei settori produttivi, quali l’edilizia e l’industria in senso stretto, e parimenti un decollo dei cosiddetti settori improduttivi (come solevano definirli alcuni vecchi filosofi ed economisti) quali appunto il turismo e l’ASC (l’arte, lo spettacolo e la cultura). Sotto il profilo più strettamente politico, la destra ha perso vistosamente posizioni e si è affermata lentamente la sinistra, riverberando quello che è il quadro nazionale. Anche la cultura, sul piano letterario, vede di riflesso la sua tendenza al mutamento, anche se con notevole ritardo, essendo un ambito che supporta i contesti economici e politici. Al momento, su tale fronte, si è in una fase di passaggio, dove le politiche culturali di destra e di sinistra si presentano inadeguate ai nuovi scenari, seppure le une e le altre hanno dinamiche interne e problematiche loro proprie. Da tutto ciò, si escludono le considerazioni sui grandi eventi della provincia di Lecce, quali il Premio Barocco e la Notte della Taranta, dove il primo è stato sostituito dal secondo col passaggio della Regione Puglia dalla destra alla sinistra.

            E così, trascurando l'ultimo anno con la sua crisi economico-sanitaria, da un lato la letteratura e la cultura di sinistra nel Salento appaiono sempre più spiazzate. Tradizionalmente orientate ad opere di contestazione del potere, anche religioso, e di esaltazione dei diversi e degli emarginati, dei reietti, delle minoranze etniche, queste si presentano oggi vieppiù anacronistiche.

         Dopo il 1992, con la Seconda Repubblica e dopo il 2010, con la Terza Repubblica, la sinistra italiana oramai è saldamente al potere ed in perfetta armonia con i poteri economici e finanziari forti e strategici. Da qui, la discrasia tra politica e cultura, che non vanno più nella stessa direzione e gli intellettuali, compresi quelli leccesi, appaiono aver perso il loro antico potere, che dovrà nei prossimi lustri essere riqualificato e riorganizzato. In sostanza, nei prossimi dieci anni, a parte i nostalgici, la cultura tout court di sinistra è probabile che si muova in un quadro di rinnovamento sui piani dei contenuti e delle incursioni in ambito sociale, che dovranno essere più consone al loro status politico. Non che la loro politica culturale sia disarmonica con le istanze capitalistiche, ma di certo si presta sempre meno al raccordo tra le esigenze dell'establishment e le mozioni più popolari.

            Dall’altro, la destra salentina è emersa nel quadro culturale locale appena pochi anni fa. Sempre dopo il 2010, la cultura e la letteratura di destra, nel leccese, infatti, hanno preso piede, anche se hanno radici lontane, ma non organiche, prevalendo qui un individualismo spinto. Le caratteristiche di questo frangente politico-culturale sono sicuramente ascrivibili all’assenza di idee e strategie specifiche. La cultura di destra si muove prevalentemente sul piano esistenziale, delle soluzioni al problema vita, in una prospettiva di valori universalistici e, a volte, assoluti. Qui v’è da rilevare, che molti autori e associazioni sono sostenuti da noti imprenditori leccesi, che spingono verso la propria affermazione in ambito sociale, utilizzando la leva culturale. Caratterizzano la cultura di destra il modello RPG e l’organizzazione di grandi eventi mondani. Tuttavia, si tratta di una frangia della cultura leccese legata ad aspetti autobiografici, di consenso sociale, di esercizio spirituale per lenire le pene della vita. Ed ecco qui, che anche la destra è sul limitare di un incedere che va rinnovato, in quanto oramai sostanzialmente superato, come novità sociale e letteraria. Nei prossimi lustri, probabilmente, la politica culturale di destra si muoverà sul fronte commerciale, avendo non più come riferimento il successo e i titoli di vario genere, ma spingendo verso un’affermazione sul mercato e sul grande pubblico, probabilmente andando oltre i confini provinciali.

            Ed ecco che, è molto probabile che la letteratura e la mondanità leccese, nelle sue componenti di destra e di sinistra, si muoveranno su nuovi fronti di politica culturale, dando così uno slancio decisivo al settore dell’ASC (arte, spettacolo e cultura) per il suo definitivo inserimento nello scenario economico della provincia come settore portante del suo sistema di produzione e scambio.

 

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