Prima di osservare come si stanno muovendo i politici leccesi per affrontare la prossima campagna elettorale, la prossima tornata competitiva, bisogna cercare di intercettare, per quel che è possibile, gli orientamenti dell’elettorato nelle sue dinamiche di fondo, in quelle che sembrano essere le sue sensibilità dominanti, quelle appunto che determineranno le sorti della competizione elettorale.
In prima battuta è possibile sottolineare che, nonostante le implicazioni economiche della Grande Emergenza di questi mesi, il tessuto imprenditoriale leccese pare che tenga molto bene e del tutto irrilevanti si presentano le spinte centrifughe. Ed ancora, l’atmosfera di cui si ammanta il cittadino medio, comune ed ordinario insomma, si mostra, a prima vista, grandemente collaborativa con le istituzioni e con le autorità. In tutto questo, il quadro dell’intero sistema politico leccese non sembra esser stato intaccato o scomposto nei suoi equilibri, nelle sue alchimie, dal lungo periodo d’emergenza.
Il cittadino medio, con molte probabilità, oggi più che mai, si mostra quale soggetto che esprime bisogni soprattutto di sicurezza e stabilità, e non invece di grandi sfide e grandi avventure, foss’anche elettorali, e dunque a tempo determinato. E ciò in una prospettiva tipicamente e segnatamente popolare, dove il futuro viene letto nella sola preoccupazione della modificazione dello status quo. D’altro canto, va marcato, che questo tipo di impronta è ed era inevitabile dopo lo choc-covid, dopo il grande stress, che ha portato a una violenta sterzata nella cultura quotidiana dell’elettore medio.
In questo non improbabile quadro, solo la corrente di Centro-Sinistra, capeggiata da Emiliano, pare possa soddisfare le aspettative attuali della componente più ampia dell’elettorato. È, quella del Centro Sinistra leccese, infatti, una politica rassicurante, poco ansiogena, decisamente in linea con i maggiori bisogni di stabilità del popolo del capoluogo salentino, sia espliciti sia latenti.
La proposta di Centro-Destra, con il vertice posto nella figura di Fitto, appare, al contrario, un po’ più inquietante in questo periodo, perché il cittadino medio non sembra abbia spiccate le necessità di una sfida e l’osservazione delle sue spinte carrieristiche lasciano pensare che queste si siano grandemente assopite, allentando la morsa sulla upper class leccese. Peraltro, l’idea di un sentimento di rivalsa che aleggia nel Centro - Destra, in questa fazione politica, pare fuori tempo, non rientrante tra le sensibilità dell’elettorato. È questo, infatti, il tempo della stabilità, dell’unione, del reciproco aiuto, delle certezze, in definitiva, e non, invece, il tempo delle sfide e del confronto. Tuttavia, molto dinamica, in direzione compensativa e contraria, si presenta nel Centro-Destra la compagine riconducibile alla Regione Salento e al noto Luca Russo, il delfino di Camilli, la quale fa leva su ben precise fasce sociali.
Da qui, tutto lascia intravedere che il grande pragmatismo di Centro-Destra non presenta più con forza quel appel di qualche anno fa, mentre il Centro-Sinistra sembra garantire minori turbolenze e scossoni nonché i bisogni fondamentali e fondanti del cittadino medio.
All’interno di questo perimetro, è possibile osservare che le ali estreme del ventaglio politico leccese mostrano una certa dinamicità, in senso più competitivo, e di certo giocheranno un ruolo importante più del solito, per il voto d’autunno. E così, occorrerà capire che tipo di strategia elettorale porranno in essere il P.C.I. e assimilati, da un lato, e dall’altro, L’Altra Italia e assimilati.
Ignazio del Gaudio