Proseguiamo a prendere familiarità con i maggiori esponenti delle liste e i candidati alla Presidenza della Regione Puglia nelle prossime elezioni regionali di settembre. La scorsa volta, Venti di Ponente ha fatto luce sul Presidente uscente e ricandidato alla guida della Regione, Michele Emiliano. Questa volta l’esercizio continua con lo sfidante più forte e più temibile per l’ex magistrato barese, ovvero il candidato del centro-destra, Raffaele Fitto. Osserviamo assieme la figura e i tratti salienti della storia del politico figlio d’arte leccese, e più nello specifico, di Maglie.
Il percorso politico di Raffaele Fitto, figlio dell’ex-Presidente della Regione Puglia, Salvatore Fitto, tra il 1985 ed il 1988, ha il suo inizio subito dopo la scomparsa del padre sul finire degli anni ’80. Uomo di destra e di centro-destra, Fitto ha la sua prima esperienza partitica nelle file della Democrazia Cristiana, per la quale, a soli vent’anni, viene eletto consigliere regionale, nel maggio 1990. A seguito dello scioglimento della DC, dopo l’inchiesta di “Mani Pulite”, nel 1994 firma la tessera del Partito Popolare Italiano, nel quale milita per solo un anno. Infatti, l’anno successivo, Raffaele Fitto segue la linea minoritaria del segretario Rocco Buttiglione, che prende il nome di Cristiani Democratici Uniti, per stringere un’alleanza con il partito di Silvio Berlusconi, Forza Italia. Proprio con i CDU, sempre nel 1995, si candida nuovamente nelle elezioni regionali pugliesi, riuscendo a farsi rieleggere come consigliere. È qui che inizia, poi, la sua reale esperienza amministrativa: diviene assessore e vice-Presidente della Regione nel centro-destra di Salvatore Distaso. Ed ancora, già nel 1998, per Fitto arriva nuovamente il momento di cambiare: fonda i Cristiani Democratici per la Libertà, per proseguire il progetto del centro-destra accanto a Berlusconi e il Polo per le Libertà, dopo aver contestato il progetto centrista della CDU.
Un altro capitolo della storia politica di Fitto è quello relativo all’esperienza parlamentare e governativa. Infatti, dopo aver occupato uno scranno europeo a Bruxelles, dal 1999 al 2001, è solo nelle elezioni politiche del 2006 che si candida e viene eletto Deputato della Repubblica, con Forza Italia. Dopo due anni di opposizione al governo di Romano Prodi, nel 2008 viene così rieletto e nominato Ministro degli Affari Regionali e le Autonomie Locali, nel quarto Governo guidato da Berlusconi. La sua storia parlamentare prosegue, poi, sino al giugno 2014, quando rinuncia al seggio nazionale e torna a sedere tra i banchi del Parlamento europeo, sempre con il gruppo di Forza Italia. Negli stessi frangenti, finisce anche il rapporto politico con Silvio Berlusconi, dopo la contrarietà al “Patto del Nazareno” e, nel 2015, con il sostegno al candidato presidente alle Elezioni Regionali Francesco Schittulli, contro la candidata del centro-destra unito Adriana Poli Bortone. Da questo momento in poi, Raffaele Fitto “cammina da solo”: dal 2015 al 2017 guida il partito politico da lui fondato, Conservatori e Riformisti, per poi federarsi con Direzione Italia e militare fino al 2019. La storia politica di Fitto si ferma, almeno per ora, con la tessera del nono partito diverso, quella di Fratelli d’Italia, nel quale inserisce la sua organizzazione, dopo la fallimentare esperienza centrista.
Come la scorsa volta con Michele Emiliano, Venti di Ponente accende i riflettori anche su alcuni aspetti giudiziari del candidato di centro-destra Raffaele Fitto. Sono due gli elementi principali su cui porre attenzione: un’inchiesta su presunte tangenti nella sanità pugliese ed il fallimento della società commerciale del Cedis. Chiariamo subito, però, che in entrambe le inchieste è stato assolto. Osserviamole brevemente assieme. Nel 2006, dopo un anno di Presidenza della Regione Puglia, Fitto viene iscritto tra gli indagati della Procura di Bari per un finanziamento di 500 mila euro da parte di Tosinvest alla lista creata da Fitto per le regionali, così da ottenere la gestione di undici residenze sanitarie. La seconda inchiesta in cui viene coinvolto, sempre durante la sua presidenza pugliese, è quella del 2009, quando viene rinviato a giudizio, perché accusato di “concorso in turbativa d'asta e di interesse privato” del curatore fallimentare, per aver venduto a prezzo di favore la Cedis a un compratore predeterminato, durante la sua presidenza in Puglia. Come già sottolineato, in entrambi i casi viene poi assolto, perché “il fatto non sussiste” e per "per non aver commesso il fatto".
Quella di Raffaele Fitto è, dunque, una storia politica composita, nato politicamente come “figlio d’arte” e poi costruitosi con le sue mani. Già Presidente della Regione Puglia, tra il 2000 ed il 2005, Fitto oggi sfida l’ex-magistrato barese Emiliano, supportato da sette liste di centro-destra, tra le quali è iscritta anche quella de “L’altra Italia” del segretario Mino Cartelli, di cui abbiamo parlato in un recente articolo. Insomma, dopo aver passato quindici anni lontano dalla presidenza della Regione Puglia, Raffaele Fitto prova nuovamente a prendersi quella carica, presentandosi con un simbolo che richiama la tradizione territoriale pugliese, il “pumo” - una rosa, la rinascita -, su sfondo verde, per i paesaggi incantevoli, e blu, per il cielo ed i mari che bagnano la Puglia.
Massimiliano Lorenzo