Il Design fa irruzione nel Novecento come un’energia vitale e trasversale, capace di reinventare non solo il quotidiano, ma anche i tempi e gli spazi dell’Arte. È il terremoto della ricerca della bellezza, improvviso e inarrestabile, che travolge e reinventa ogni cosa, dagli oggetti d’uso comune alle infrastrutture urbane.
In un momento storico di fermento dell’ingegno umano e di entusiasmo della produzione, il design del Novecento si presenta inizialmente come la risposta alle nuove esigenze di funzionalità dettate dal progresso tecnologico. La progettualità dell’architettura e l’innovazione dell’ingegneria si trovano ben presto però a fare i conti con un figlio da subito scomodo e irriverente, che si ribella alle maglie strette dell’efficienza e muta rumorosamente in opera d’Arte, destinata ad occupare le sale dei più prestigiosi Musei del mondo così come gli spazi di un ambiente domestico.
Le matite dei designer italiani tracciano un percorso che arriva fino ai giorni nostri attraverso i progetti di sedie, lampade, poltrone, macchine da scrivere che rappresentano ancora oggi delle vere proprie icone di stile e proiettano la creatività italiana ad ogni latitudine.In questo primo percorso scopriremo la storia della lampada Arco Flos e della Olivetti Studio 42.
La lampada Arco creata per Flos nel 1962 da Achille e Pier Giacomo Castiglioni - due dei Compassi d’Oro più noti della storia dell’architettura del Novecento - arreda, tuttora i salotti più ricercati ed è presente dagli anni Sessanta nella collezione permanente del Museum of Modern Art di New York. È la prima lampada ad arco della storia del Design, un oggetto che detta nuove regole per gli spazi stessi dell’abitare. Dalla base in marmo di Carrara prende forma un arco d’acciaio fine ed elegante che termina in una cupola forata. L’idea da cui nasce il progetto, quella di offrire un punto luce mobile, è assicurata dal foro presente nel blocco di marmo, concepito per poterci inserire una scopa e far scivolare la base sul pavimento. Per quanto il blocco sia pesante, necessario per assicurare stabilità alla struttura, resta comunque trasportabile, ed è questa la novità. Può così passare dall’illuminazione di una sala da pranzo a quella di uno studio. Una struttura iconica, un prodotto del design industriale coperto dal diritto d’autore e imitato da intere generazioni di designer. Arco è il frutto della ricerca costante dei Fratelli Castiglioni tra le maglie della bellezza, per svelarne nuove varianti e consegnare all’uomo-cliente un’opera d’arte e non solo un complemento d’arredo.
È una sfida, quella di coniugare funzionalità ed estetica, che permea ogni Progetto. Per scoprire il primo incontro tra l’oggetto di design e la produzione in serie basta volgere lo sguardo al 1935, quando nasce la Olivetti Studio 42. Ottavio Luzzati firma il progetto, con il contributo di Xanty Schavinsky per la parte grafica e quello degli architetti Figini e Pollini per il design. Una progettazione complessa ed articolata, che chiama a raccolta diverse professionalità e punti di vista complementari, condotta per un triennio alla ricerca della sintesi tra l’efficienza e la cura estetica. L’accurata selezione delle componenti meccaniche non si stacca mai del tutto dalla praticità per cui è pensata e dalla resa estetica finale.
Il Design innovativo per gli anni Trenta e le diverse colorazioni in cui da subito si presenta sul mercato comunicano la volontà di arricchire con un tocco di stile la quotidianità di chi utilizza la macchina da scrivere. La concezione di una versione portatile - caratterizzata da dettagli raffinati come una pratica maniglia in cuoio e una serratura cromata - testimonia la scelta di voler diventare anche compagna di viaggio nel crescente fervore economico del tempo, che vede aumentare gli spostamenti e determina la domanda di un design che sia al passo con quei tempi.
La Studio 42 diventa così l’istantanea di un momento storico, e anche uno status symbol, che si affaccia alla nostra contemporaneità con un fascino del tutto immutato.