Dopo una certa sosta, Venti di Ponente ha ripreso le sue attività, come al solito in parte giornalistiche stricto sensu, in parte culturali di ampio respiro. E se alcune penne e risorse intellettuali hanno abbandonato questo giovane giornale, altre se ne sono aggiunte, mentre altre ancora non hanno avuto esitazione ad attendere la ripresa del grande viaggio di questo quotidiano. Tra queste ultime ci ritroviamo io e Caterina Gerardi, che continuiamo a portare avanti questa rubrica sulla fotografia, avviata circa dieci mesi fa. Una rubrica peraltro molto seguita non solo in modo particolare a Lecce, ma anche a Milano e dintorni: è quanto dicono le rilevazioni statistiche del giornale.
Per questa domenica, la seconda di maggio, la Nostra Gerardi propone una foto in linea con le specificità della stagione, di questo Tempo in particolare, dove finito di sicuro l’inverno, l’estate si presenta ancora molto timida, ovvero in soluzioni primaverili.
Quella ripresa dalla Gerardi, sia in una prospettiva poetica, ma anche fortemente intellettualizzata, dove le luci e le ombre non sono solo nell’immagine, ma anche nei suoi rimandi speculativi, è una spiaggia specificatamente leccese, ovvero quella di San Cataldo, dove insiste uno dei tanti lidi storici di questo luogo. Un luogo non sempre concepito nella sua pienezza, che invece coglie Caterina…
E così, si comincia a frequentare il mare e le spiagge, quasi a compiere dei riti propiziatori tesi ad invocare il sole pieno, il cielo azzurro ed una battigia serena e pacata, e nello stesso tempo, funzionali a dimenticare e recidere i legami col passato, col gelo, il vento, la pioggia.
Nella mia personale prospettiva, la Gerardi ha ritratto in qualche modo il Tempo di Mezzo, quello nel quale di sicuro si è abbandonato un passato comunque oscuro, ma non si è pienamente nel futuro, nel nuovo giorno. Un Tempo di Mezzo che potrebbe essere questo dei nostri giorni caratterizzati dalle dinamiche della pandemia, che con molte probabilità ci ha fatto abbandonare un certo incedere esistenziale, ma non offre ancora certezze, non lascia intravedere chiaramente quali saranno i cardini della nuova società, della nostra vita.
Rosanna Gobetti