Quadri & S-Quadri (19) – Sandro Bellomo

Quadri & S-Quadri (19) – Sandro Bellomo

            Vi sono alcuni artisti che in questa nostra Rubrica, Quadri & S-Quadri per l’appunto, sono stati proposti più volte, per motivi di volta in volta diversi, ma mai ascrivibili a specifici interessi economici stricto sensu, quanto piuttosto legati da alcune convergenze sui modi di concepire l’Arte e assieme l’esistenza.

            In altre parole, concependo il termine politica, quale modalità per il raggiungimento di un obiettivo sia esso individuale sia esso sociale, e che ovviamente proprio per questo non può essere estromesso dal linguaggio corrente, con alcuni artisti sembrano esserci delle contiguità, e fortemente correlati appaiono certi modi di approccio all’esistenza, anche gruppale e lavorativa, soprattutto con il modo di fare “informazione” da parte Nostra e di comunicare da parte loro.

           Ovviamente, qui siamo fuori da alcune concezioni politiche estremiste, che vedono l’Arte in una prospettiva virginale, asettica, da clear room, e dunque fine a sé stessa e senza motivi individuali e sociali, che si pongono quali motori del fare. Prospettive, per quali si giunge persino a negare anche la necessità del senso al fare artistico e dell’Arte stessa: insomma qualcosa priva di bussola e sestante…qualcosa che a nostro avviso conduce solo ad un autismo cronico e disperato……Concezioni politiche dunque, a nostro avviso particolarmente pericolose per la salute mentale……ecco!

            Preambolo a parte, forse per alcuni un po’ troppo forte, ritorniamo sulla “retta via”, sottolineando che, tra tutti gli artisti presenti nella nostra rubrica, Sandro Bellomo, come altri, è stato proposto più di una volta e anche questa volta lo abbiamo voluto come protagonista.

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            Molto si è già detto sul newyorkese che da non pochi lustri soggiorna prevalentemente nel Salento ed espone sul suo banchetto lungo il “corso vecchio” della “bella” Lecce, così tanto ambita in questo periodo da turisti nostrani ed esteri.

            La peculiarità specifica del nostro Bellomo è che negli ultimi mesi lo caratterizza una vivace attività di ricerca, che tuttavia non riguarda alcuni aspetti del suo “pennello”. Rimangono totemici alcuni elementi del suo fare Arte, tra i quali spiccano il formato delle sue opere e i soggetti protagonisti, che sono sempre legati alla figura del “borghese di fine Ottocento”, richiamando in questo i motivi soprattutto di Franz Borghese, noto pittore romano, che ci ha lasciati nel 2005.

           E forse, proprio a Franz Borghese, il nostro Bellono è legato, connesso da un comune spirito ironico, anche questo uno dei motivi fermi e iconici della sua Arte, differenziandosi tuttavia nella prospettiva indagata. A differenza del pittore romano, il quale mette in luce l’azione gruppale del “capitalista”, il Nostro ama scandagliare l’animo del “borghese” lavorando sul volto e sui volti, mettendone in evidenza le ambiguità, le ambivalenze, e tutto sommato le maschere adottate, che spesso però gli occhi tradiscono, rendendo la scena teatrale borghese priva di veli, un teatro senza teatro, insomma, e come direbbe il compianto Carmelo Bene, dove il gioco si trasforma in scherzo.

            E qui v’è da chiedersi se le opere di Sandro siano pure esse un semplice gioco oppure uno scherzo, tra gli scherzi, soprattutto leccesi.

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            Ad ogni modo, al di là se la finzione è realtà e la realtà è finzione, parafrasando un noto operatore culturale del capoluogo salentino, del nostro Bellomo per questo week end proponiamo due opere classiche della sua produzione, che forse più di tutte le altre oggi lo contraddistinguono, attendendo, invece, che le sue ricerche ci regalino ancora e altre impronte segnanti della sua opera………..

Rosanna Gobetti

           

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