Per Quadri & Squadri, oramai nota e consolidata rubrica di Venti di Ponente, oggi è la volta di Claudio Rizzo, artista scultore leccese entrato nel mondo dell’Arte non molti anni fa, riuscendo tuttavia ad acquisire ugualmente posizioni di tutto riguardo. E ciò non solo in virtù delle sue “personali” -che hanno preso vita dopo il 2015, alle quali si è sovrapposta una preziosa critica di attori privilegiati del mondo della scultura e della pittura- ma soprattutto per l’impatto che hanno sul pubblico le sue opere. In effetti, Claudio Rizzo è un’artista singolare. E ciò per molte ragioni…alcune delle quali spiegano, anche, lo spazio dedicatogli in questa nostra rubrica.
Ça va sans dire, che qui non si vuole approdare ad una disamina esaustive dell’opera complessiva del Nostro, ma non è possibile non sottolineare la peculiarità con la quale egli produce Arte, Scultura. Lo specifico di Claudio Rizzo è che ogni sua opera presenta più livelli di lettura, non escludendo ciò anche gli aspetti puramente estetici, che ovviamente hanno un ruolo importante. Le sue opere, infatti, giungono forti a molte delle stratificazioni del pubblico, in una prospettiva verticale. Il suo linguaggio scultoreo permea molte sensibilità, da quelle più elementari e concrete a quelle più complesse e astratte. Il perché di questa caratteristica del Nostro si rintraccia nella sua formazione e nelle opportunità che la vita gli ha concesso. Ma veniamo al dunque.
Claudio Rizzo ha una formazione prettamente scientifica ed ha approfondito le materie oggetto della biologia, dove a latere numerose sono state le sue letture di caratura umanistica, filosofica e sociologica, sicché il suo bagaglio di informazioni e di conoscenza gli ha consentito di decodificare molti dei processi culturali della nostra Civiltà, avendo sempre presente i principi della Vita sic et simpliciter. E da qui è possibile far partire un importante percorso di lettura della grammatica della sua Arte, dei perché delle sue opere, che traducono quasi sempre i grandi quesiti e le grandi questioni dell’esistenza umana. Ovviamente, è da bene intendersi, il Nostro Claudio si trova all’interno di un percorso esistenziale teso ad approdare ad alcune certezze, o verità incontrovertibili, sul piano culturale e di vita. Ricerca specifica, particolare e progressiva, che ritroviamo tutta intera nelle sue opere, le quali immancabilmente fanno da specchio all’osservatore. Quest’ultimo, infatti, sempre si ritrova e si riconosce nelle sue numerose esperienze scultoree. È scontato dire che il simbolo, la metafora e l’allegoria sono i principali strumenti nella retorica compositiva di quest’artista.
Tra le numerose opere di Rizzo, qui, se ne propone una di particolare pregio sul piano dei significati, non dovendosi trascurare tuttavia le qualità estetiche, che si presentano sempre di grande rilievo. L’opera si intitola “Chi?” e rappresenta sei volti innestati su un unico tronco, dove ognuno di essi mostra un occhio concavo e l’altro convesso, mentre sulla testa troviamo un labirinto con sei uscite corrispondenti alla fronte di ciascun volto. Un’opera che si presta a varie interpretazioni, ma al di là di queste essa si pone soprattutto come strumento meditativo, contemplativo e speculativo, rilasciando diversi significati nel tempo, ciascuno in base allo stato d’essere dell’osservatore.
Rosanna Gobetti