Artista particolare Sandro Bellomo. La sua Arte si potrebbe definire quale Arte della Prudenza, del Buonsenso, del Saper Vivere, della Consapevolezza che tutto è sospeso sul caos originario, e da qui sul nulla.
Bellomo è un artista di strada. Di origini newyorchesi, è vissuto prima a Roma, fino al 1990 e successivamente a Soleto in provincia di Lecce, dove tutt’oggi risiede. Staziona, tuttavia, sul “corso vecchio” del capoluogo salentino, con i suoi quadri-manifesto, stretti e lunghi, lunghissimi, accogliendo avventori e intenditori di varia specie. Va da sé, che in questi giorni il suo banchetto per le vendite è visitato soprattutto dagli stranieri, che rilasciano e restituiscono al nostro Bellomo i suoi respiri internazionali.
Un artista maturo, non solo perché è sul limitare dei cinquant’anni, ma soprattutto perché la sua lunga e composita esperienza di vita e pittorica, l’ha condotto nel pieno del suo vigore creativo e intellettuale.
La sua ultima produzione si sofferma prevalentemente sulla rappresentazione di volti, che si strutturano in una sorta di maschere, mettendo in evidenza il senso più profondo della persona: la maschera. E non va oltre, non si spinge oltre la superficie, non guarda e non vuole guardare la sua pittura al profondo. La dicono lunga i colori che utilizza, tutti “terrosi” né spenti né brillanti, individuando così, forse anche inconsciamente, che si presenta inutile (o pericoloso?) scendere nelle visceri della Terra, o vivere in una marcia colorata e trionfalistica.
A parer di chi scrive, è l’uomo del buon senso il Nostro Bellomo, perché comprende che la civiltà in sé è una maschera, che togliere significherebbe vedere e rivedere semplicemente il Cro-Magnon. Da qui, la sua pittura, i suoi volti, prodotto, in senso metaforico, di una lunga e faticosissima elaborazione culturale, che non elimina ovviamente la natura complessa e antinomica dell’essere umano
Qui, si propone una delle sue opere, in cui, l’occhio esperto sa cogliere la bellezza della maschera nel suo intreccio di sensi e significati, che tendono a far quadrare un cerchio, che rimarrà in eterno squadrato, essendo questo il principio perché sussista la Vita.
Rosanna Gobetti
