Ritorna ad essere protagonista della rubrica domenicale Versi & ControVersi, Rossella Maggio, poetessa e scrittrice leccese, che è tra le penne “della prima ora” di Venti di Ponente, e in quanto tale, per me e per noi tutti, è legittimamente considerata tra le fondatrici del Nostro Giornale.
Al di là di tutto questo, Rossella per questa domenica ci somministra una lirica decisamente di rilievo, soprattutto per le menti più raffinate, quale appunto “Scopriremo”, tratta dal suo volume “La Leggerezza”.
Certamente, va subito marcato che qui la Nostra più che utilizzare lemmi di particolare ricercatezza, sale di livello e offre invece -e bene ha fatto- strutture logiche e di pensiero veramente pregiate e preziose, forse inaccessibili per chi non è avvezzo a processi di sintesi significativi. Per certi aspetti, Rossella ricorda Carmelo Bene, che sovente descriveva l’ovvio con soluzioni impensabili e inusitate, sorprendenti, capaci di far gioire la vita.
Tuttavia, la raffinatezza delle soluzioni logico-verbali di Rossella si pongono in secondo piano rispetto ai contenuti che lascia intravedere, senza mai perimetrarli in maniera netta. In tale direzione, chiara appare la sua cognizione della vita, quale processo che si inarca in un inizio, per molti individuato nel caos primordiale, e dal quale essa sgorga. Sicché, la Nostra si pone in una prospettiva tipicamente borghese, nella quale tutto si compie nella Storia, come processo logico-temporale. E così, prende le distanze da chi, invece, considera la vita come un eterno divenire, senza principio né una fine, dove la Creazione è questione attuale, sempre attuale, oggi, proprio in questo momento, preferendo parlare più che di Storia, di Anistoria.
Ed ecco che se per la poetessa esiste dunque un inizio, che implica ovviamente una fine e dunque la morte e il perfezionamento delle cose, dove la vita è tensione alla perfezione stessa, per altri, invece, la vita è frutto dell’imperfezione, è imperfezione, al di là della quale essa non esiste, non ha senso, e assente si presenta anche il nulla.
Da qui i rimandi e le domande che si pongono dalla lirica di Rosella sono molteplici, ma Noi preferiamo fermarci qui, in una sorta di imperfezione ed incompiutezza, garanzie della relazione col nostro lettore.
Problemi delicati, tutti questi ed in ogni caso, per i quali mai la Nostra Rossella, in un afflato liberale e di libertà, si pone, né mai si è posta, in una prospettiva pedagogica, e in definitiva propagandistica.
Rosanna Gobetti
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Scopriremo
Scopriremo quanto può essere
nuda un’alba
di pensieri bambini non ancora
concepiti.
Di parole salve dall’essere
cadute
a farsi sangue, di gesti
il cui vagito è così anteriore
al suono eppure così presente
da essere già profumo.
Il nulla è così ignoto a sé stesso
che tutto nostro resta il suo
desiderio di conoscersi.
Nati non siamo per sapere,
ma per sentire.
Non “virtute e conoscenza”
ma squarcio di coscienza per
pura voce d’esperienza.
Rossella Maggio
Da “La Leggerezza” Pegasus Edizioni 2018