L’amore è quel luogo fisico ed esistenziale dove tutto accade. Luogo che abbandonato e al di là del quale, dunque, nulla è successo, non una traccia …forse, solo un “insignificante graffio”.
Preambolo a parte, probabilmente un po’ oscuro, questa volta Venti di Ponente nella sua storica rubrica Versi & Controversi propone una breve prosa poetata di Iolanda Costantini, giovane donna che vive a Milano.
La Costantini, in questo suo lavoro sinottico, Milano romantica, propone un tema che da sempre ha alzato l’attenzione della gente, ovvero l’abbandono, la fine di un amore. E come tutti, o quasi, l’amore viene visto e vissuto come gioco di illusioni e specchi. E proprio perché tale, l’amore si presenta caduco, effimero, che segna solo un frangente della nostra esistenza, fino a quando la Realtà si fa a noi presente o quando gli specchi si “rompono”.
Anche la nostra Iolanda risente, come molti, del cosiddetto “effetto alone”, sicché il suo amore è qualcosa di paradisiaco, armonioso, privo di “controindicazioni” e contraddizioni, che tuttavia si palesano queste ultime, quando le stupende atmosfere fatte di sentimenti, emozioni, sogni, che viaggiano in delicatezze, giochi raffinati, respiri dolci e avvolgenti, apparentemente senza fine, immortali dunque, si infrangono e approdano alla disillusione, al disincanto, alla “roccia” della Realtà.
E così, tra “la nostalgia di ciò che mai ebbe un cominciamento” (C.Bene) e il ricordo di scene sostanzialmente vuote e luoghi mancanti effettivamente di protagonisti, la nostra Iolanda inchiostra le sue carte come ultima e romantica consolazione.
Rosanna Gobetti
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Milano romantica…
Ho comprato un ombrello un po' trash con la Tour Eiffel. L'ho portato a spasso con nonchalance in questa giornata settembrina, calda al punto giusto.
Mi sono fermata davanti ad una vetrina e ho sorriso ad un manichino solo perché mi ha ricordato l'autunno in arrivo. Manca poco al profumo delle caldarroste fra queste strade e non ti ho ancora dimenticato.
Una guglia del Duomo spicca fra le altre per il suo splendore. Mi fa pensare al mio ciuffo di capelli bianchi. Vorrei guardarmi allo specchio con lo stesso incanto.
Voglio essere ancora qui quando saranno ripulite tutte e anche io sarò tutta bianca. Chissà se la musica degli artisti di strada mi farà venire voglia di ballare ogni volta che sbucherò in questa piazza!
Fotografo i turisti che si fotografano fra i piccioni. Non ci sei più tu a fotografare me. Per questo non sono più fotogenica. Per te avrò sempre l'età dell'ultima foto con la smorfia da bambina. Per me avrai sempre mancato uno scatto.
Si fa buio. Il mio quartiere è lontano. Ma non voglio smettere di riabbracciare questo pezzo di Milano che mi era così mancato. Porto il mio ombrello a guardare il castello da fuori. È sempre così che ho guardato all'amore.
Qualcuno ha rubato la mia domanda e l’ha scritta su un muro in piazza Mercanti: “Est ce que tu m’aimes?”
Qualcuno è riuscito a rubare anche la tua risposta: “Ça depends”.
L'universo mi parla in francese quando si tratta di te. Ho nella borsa il feticcio che non ho gettato nella Senna.
Non sarà altrettanto melodrammatico farlo finire nel naviglio.
Un'altra parete mi dice che fra poco ci sarà il Milano film festival. Non mi porterai la coperta per la maratona dei corti al parco.
Ci siamo creduti un film d'essai per sbaglio.
Parigi era un imbroglio!
Iolanda Costantini