La nostra Balducci, equilibrista, capace di alchimie che non t’aspetti in cui l’amore e i suoi versi si fondono e confondono in un turbinio di passioni e ricordi che vanno in tutte le direzioni. E così il ricordo ed il passato si mischiano con la memoria, l’eterna e presente memoria, un oggi di ieri che si tuffa in proiezioni e scenari che verranno: sogni già vissuti, nel momento in cui appaiono alla mente. Qui, allegorie, metafore, metonimie in un gioco sempre nuovo e che sempre si rinnova, segnano stilemi di possibili intrecci d’amore, illuminano protasi di apodosi certe. Insomma, anche questa volta la Nostra Balducci apre, per Venti di Ponente, il sipario di questo week end, dandoci i profumi, gli indizi, la segnaletica da seguire per interpretarlo nei migliori dei modi…
Rosanna Gobetti
Moka gorgheggiante.
“Ti presi la mano e la portai alla schiena
Mia, tua.
Eri mare in un’alba timida
e dalla tua foschia umida
mi lasciai cingere.
Onde lambirono le labbra
scoglio acuminato d’increspato desiderio.
Acqua.
Tu, io.
Eri odore pungente di piante proibite
sativo.
Pane tostato, burro e marmellata.
Semplice, buono.
Eri il buongiorno
che non poteva essere nei colori chiari
del giorno che eri
nascente meraviglia;
nell’ombra fedele della notte
discreta e lucente.
La più limpida sincerità negli occhi mare
nelle carezze distese.”
Qualcosa resta in un caffè inconscio.
E io, dalle tue mani, ancora ne vorrei bere.
E io, nel tuo aroma tostato, gusto amaro zucchero
vorrei tuffarmi a occhi chiusi.
Libera, esser dolcezza.
Sveglia presto, viso stropicciato tazzina di caffè
…prima di andare.
Chiara Balducci