Questa volta Rossella Maggio, con i suoi versi, procede in un’autocritica quale membro di una società, quella Americano-Occidentale, quella cresciuta all’ombra dei principi giudaico-cristiani, che forse le garba poco, oramai.
Sarà questo il preludio, sarà questa poesia della Maggio, l’abbrivo della ricerca di qualche cosa d’altro più sensato? È vero, gli strumenti dei potenti sono stati e sono efficaci, e forse lo saranno ancora, sebbene sempre gli stessi, ma non probabilmente più efficaci per certe persone, che voglio raccogliere i frutti della Vita, della propria, e che gli angeli e le potestà non capiscono, non vedono né percepiscono…e per questo inaccessibili a tutti, da principio alla fine, dall’alto in basso. Tuttavia, non è da escludersi che vi siano insospettati occhi attenti, occhi intangibili dalle luci della Città, occhi che non hanno bisogno di proiezioni sull’altro, che…
Rosanna Gobetti
Africa,
che data per sottrazione
ti abbiamo,
regione d’asfalto
continente d’appalto
culla dell’uomo e
della bestia.
Africa,
dagli occhi grandi come
villaggi di silenzio nero
lucido e come l’origine,
il brillio scuro tra due cosce
di donna,
tra due anse di costa
approdo per la fame
d’Occidente che qui ha
orme da gigante e pozzi
da prosciugare.
Africa,
ti abbiamo defraudato
latifondi di sementi e tutta
l’energia del domani,
Africa,
ora ci calpesti con il tuo piede
nero,
ci cammini per i campi della
raccolta,
ad ogni angolo ti apposti
di paccottiglia e accendini
armata,
a te vendiamo frigoriferi
e monitor, carabattole
di modernità e le strade
nostre,
tu ci vestirai del tuo nero
e della nostra fame bianca.
Rossella Maggio
Da “Sorrisi segreti”, Kimerik Edizioni, 2016