È passato ormai oltre un mese dall’inizio del lockdown per coronavirus, un’emergenza tanto pesante che mai si è assistito a memoria d’uomo l’assunzione di contromisure così drastiche. Ad oggi, ad ogni modo, possiamo cominciare a trarre delle conclusioni, che sebbene pallide, fatte principalmente di sfumature, offrono spunti importanti di riflessione.
Ed infatti, sulla scorta delle statistiche ufficiali a livello mondiale, che nonostante presentino notevoli limiti sulla possibilità di comparazione spazio-temporale, di fatto tuttavia queste indicano le linee di tendenza del fenomeno Coronavirus. Ed ecco che, anche in assenza di dati precisi e puntuali, ma attenendoci ai dati ufficiali resi disponibili dalle agenzie sanitarie, è possibile giungere a tre ipotesi di sintesi.
Se confrontiamo il numero di deceduti con e per coronavirus nei paesi coinvolti e le rispettive popolazioni, un primo dato salta all’occhio. Infatti, il rapporto tra deceduti e popolazione in Italia risulta essere il più alto tra i paesi coinvolti. Così come, al contrario, per la Germania si registra il rapporto più basso tra questi due dati. Guardiamo i numeri. Per l’Italia contiamo 21.645 decessi su 60.360.000 persone, ovvero 1 ogni 2.800 persone circa. In Germania invece, a fronte di 3.804 decessi su una popolazione di 83.020.000 di persone, il rapporto si attesta su 1 ogni 22.000 persone circa. Queste le polarità, e da qui tutte le posizioni intermedie fino al fanalino di coda che è rappresentato dagli USA, per i quali le percentuali sono assolutamente infinitesimali.
Da semplici osservazioni come questa, esaminando anche i dati degli altri paesi coinvolti, possiamo abbozzare altre due sintesi-considerazioni. La prima riguarda il rapporto inverso tra popolazione e decessi, ovvero al salire della prima, i secondi risultano sempre meno. Per verificarlo, basti guardare i dati cinesi e statunitensi. Una seconda rilevazione, non provata dalla scienza medica, ma osservabile dai dati sempre ufficiali, è il rapporto inverso tra temperature e numero di contagi. In Italia il 21 marzo si è raggiunto il picco massimo di contagi (6557 in più rispetto al giorno precedente), da qui la curva dei contagi ha iniziato la sua discesa quando proprio le temperature hanno cominciato a salire e il clima ovviamente è vistosamente migliorato.
Insomma, questi i fatti! Al di là di ciò, ovviamente ognuno potrà argomentare la sua posizione come meglio crede.
Massimiliano Lorenzo