Molti sono i presidi preistorici sparsi nel Mondo, ma quali le specificità di quelli ubicati in Puglia? A riguardo, va evidenziato che le tracce delle “civiltà” preistoriche nella nostra regione risalgono agli stessi periodi delle più note civiltà mesopotamica ed egizia. Le datazioni infatti delle une e delle altre fissano le prime forme di vita civile intorno al 3000 A.C. È chiaro che le società pugliesi pare siano molto diverse da quelle pocanzi accennate. Ma c’è di più. In alcuni casi, si presentano delle singolarità veramente interessanti e che, oltre a far riflettere, incuriosiscono, spingono a sviluppare una certa elaborazione intellettuale utile non solo sotto il profilo storico, ma anche con riferimento proprio ai nostri tempi.
Ciò detto, tra i tanti siti preistorici presenti in Puglia da nord a sud, di certo alcuni vanno assolutamente visitati perché la loro osservazione diretta definisce meglio la portata informativa rispetto all’acquisizione del dato attraverso la lettura anche di libri specialistici. Ed ecco che, Venti di Ponente consiglia in maniera accorata di trascorrere una giornata in forma di escursione o scampagnata nel sud del Salento, ovvero da Maglie al Capo di Leuca. In tale fascia di territorio, tra gli altri, esistono dei siti preistorici di sicuro interesse e, forse, di rara bellezza. Si allude alla presenza da un lato di menhir, dolmen e specchie, e, dall’altra, alla Grotta dei Cervi.
Ma come predisporsi a questa gita tutta salentina? In prima battuta occorre sapere che, il fenomeno dei megaliti nella declinazione dei menhir, dei dolmen e delle specchie presenta una “stranezza”, e cioè queste strutture, la cui edificazione risale tra i 7000 mila e i 5000 anni fa, sono presenti in Europa, in maniera pregnante, in solo due zone, ovvero in Bretagna (FRA) e in Gran Bretagna, e dall’altra nel Salento. Parrebbero eccezioni in questa distribuzione i megaliti presenti in Sardegna. Una presenza esclusiva, dunque?
Circa la Grotta dei Cervi, invece, la sua specificità sembrerebbe quella ascrivibile al fatto che contenga il più imponente complesso pittorico preistorico del continente europeo e nel quale si ravvisa chiaramente la centralità del culto religioso nelle forme ovviamente primordiali. Con riferimento al percorso, quello che riesce a consentire una completa visione del fenomeno può snodarsi nella zona dell’arco adriatico che va da Lequile a Santa Cesarea Terme, toccando Lequile appunto, Martano, Giuggianello, Minervino, Giurdignano e Porto Badisco. Su tale percorso, non si può perdere o tralasciare la visita alla Specchia dei Mori sulla strada che porta da Martano a Caprarica. Altra tappa importante è il Giardino megalitico d’Italia di Giurdignano, dove i menhir sono sparsi sia nel centro abitato sia nella periferia del paese. Sulla strada tra Specchia Gallone e Minervino troviamo, invece, il misterioso Dolmen li Scusi. La Grotta dei Cervi a Porto Badisco è una delle tappe imperdibili, per la visita della quale, però, necessita di un’apposita e speciale autorizzazione.
Sicuramente immergersi in queste atmosfere preistoriche e megalitiche porta ad un’esperienza veramente unica, perché riconduce il nostro intelletto ad elementi originari, che sicuramente spingono alla scoperta o riscoperta di alcuni aspetti profondi del nostro essere e non si può escludere che l’escursione qui proposta conduca a un nuovo atteggiamento nei confronti della modernità e della contemporaneità, ed in definitiva del proprio incedere nella vita quotidiana. Non si tratta di un incremento della nostra vita spirituale, ma di una riscoperta della natura profonda che caratterizza la propria persona.
Valentina Landriscina