Eccoci a novembre: mi preparo alla semina…- di Pompea Vergaro

Eccoci a novembre: mi preparo alla semina…- di Pompea Vergaro

     Da quando mi sono imbarcata su Venti di Ponente, come i suoi lettori più attenti avranno notato, abbiamo scandito i mesi e il passaggio delle stagioni. Dopo la primavera e l’estate, oggi ci ritroviamo in novembre, mese che dischiude la porta al cuore dell’autunno.

     È il mese sinonimo di raccoglimento e meditazione, rifugio e attesa del risveglio, ma anche il più adatto alla semina di una vasta gamma di vegetali e graminacee, in quanto il terreno si predispone ad accogliere il loro semi per nutrirli e proteggerli dalle gelate e dal freddo invernale. Talvolta, rimanda nell’accoglierli, spesso li rifiuta, ma questa è un’altra storia!

    Dirò di più. Le consuete brevi escursioni di questi ultimi tempi nella “terra di famiglia” mi hanno indotto ogni volta, a riflettere su quanto la natura insegni e quanto sia stretto il rapporto tra Natura naturans e l’Uomo natura, e quindi anche tra me e Lei. E allora, mi son detta che, non bisogna più stare solo a guardare, ma si rende necessario fare la propria parte. Peraltro, ho cominciato a maturare l’idea che forse per me questo sia giunto l’anno giusto per la “semina”, una semina epocale, forse.

   E ancora c’è dell’altro! In realtà, questo orientamento è legato anche a un pensiero, o piuttosto a un desiderio, che mi ha fatto compagnia nei passati mesi, fragili e confusi che tutti abbiamo vissuto.  In questo tempo difficile mi dedicavo alla lettura settimanale, in rituale e religiosa attesa, del “breviario” domenicale di Giancarlo Ravasi nelle pagine culturali del “Sole 24Ore”. Il Cardinale, titolava una o due parole sulle quali dissertava con esempi concreti, riferimenti letterari e artistici, giungendo in poche battute al cuore del messaggio. E ancora oggi attendo le sue parole con la stessa intensa curiosità. Li ho sempre considerati semi… illuminanti! …e assieme, quella di Ravasi una semina.

    Ma ritorniamo a noi. Dopo lunghi giorni di sospensione in una attenta riflessione, la magia, la decisione: Seminerò anch’io! È per me il momento di seminare! È questo il tempo di agire? Mi son detta. E seminerò Parole. Ne seminerò poche, perché dovrò curare il terreno che deve essere quello giusto e qualora non lo sia non dovrò scoraggiarmi, mi armerò di tanta pazienza e costanza, non escludendo momenti austeri, come si fa per un campo: fresare dunque, concimare, innaffiare, e se necessario, dissodare e …attendere immobile, a volte severa. E dovrò anche affrettarmi perché il tempo della semina va rispettato.

    Poi, continuerò a prendermi cura della terra, per vedere spuntare germogli e piantine, che di sicuro mi daranno questa gioia. E spero che ci siano tutte all’appuntamento…Non “mi si garantisce” il risultato, ma questo non mi dissuaderà né mi distoglierà dall’impegno, anche perché in fondo la tentazione supera ogni esitazione.

Sono pronta!

    Di semi ve ne sono tanti, ma non sono provvista di quelli eclatanti come Pace o Libertà o Giustizia o Amore anche se “in nuce” ogni seme li può contenere. Eccoli, invece, i miei: sono, assieme, un verbo, un nome e un aggettivo, compresi i loro sinonimi. Ascoltare, nel senso di reciprocità, Prudenza e Leggerezza. Quest’ultima di memoria calviniana: “ché leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”. (Italo Calvino “Lezioni americane” Mondadori ed.). Difficili da farli spuntare e far crescere. D’altronde, quale seme non lo è?

   I semi, per crescere e dare i frutti, da Parola dovranno divenire Azione, ed è risaputo che la parola se non è gesto, comportamento, concretezza è solo “bugiarda”, rimando di suoni o immagini vuote. Ne siamo circondati, e nessuno di noi ne ha avuto esperienza. Ci piaccia ammetterlo o no!

    A tal proposito un aiuto arriva dall’Arte: René Magritte in pieno surrealismo ha dipinto l’opera: Ceci n’est pas une pipe (Questa non è una pipa). È la didascalia di una pipa che occupa l’intero spazio della tela. La Parola non-pipa sembra contraddire l’immagine. In realtà l’artista belga dice la verità: quella non è una pipa vera con la quale fumare, è solo e semplicemente dipinta! Egli intende, così, scuotere lo spettatore che ingenuamente pensa si tratti solo di un’opera provocatoria. Magritte intende metterlo in guardia e indurlo alla “Ragione”.

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     Ancora una volta l’Arte aveva anticipato i tempi futuri! E noi oggi ne siamo i testimoni. Come potete vedere, urge seminare…

    Vi assicuro che la redazione di Venti di Ponente è sempre sinceramente entusiasta dei “tema del mese”, e io lo divento ancor di più con loro, in quanto ogni viaggio ha senso solo se lo si affronta insieme! Per questo sono certa che un po’ di tempo lo dedicheranno alla semina. E chissà se di ciò non vien voglia anche ai nostri affezionati lettori? Teneteci informati!

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