Una delle ricadute di questo periodo emergenziale, in cui “tutti a casa” e gran parte delle attività commerciali e produttive chiuse, non potrà che essere quella della riqualificazione dell’intero sistema economico. E ciò a maggior ragione se si considera che i tempi che verranno saranno caratterizzati e dettati dai provvedimenti inerenti “la distanza sociale”. La nuova economia, che per questo possiamo definire “della distanza”, inizia già a mostrarsi, comincia già a fare capolino in alcune contromisure logistiche, pensate per ristoranti, luoghi di aggregazione e, non ultimi, per i trasporti pubblici.
In effetti, nel breve termine sarà necessario -e ciò fino a quando non cesserà l’Era Coronavirus- osservare l’ormai famoso “distanziamento sociale”. Come, dunque, potranno strutturarsi, ad esempio, i luoghi sociali e la ristorazione? Qualche idea-ipotesi si intravede, con ingressi contingentati, spazi ampliati e numeri ridotti, per poter stare ognuno ad almeno un metro e mezzo di distanza. Forse però non sarà l’unica contromisura. Infatti, è possibile anche pensare a divisori fisici, per evitare contagi tra gruppi di persone.
Ed il trasporto pubblico, invece? Anche in questo caso vale immaginarlo con ingressi contingentati e sedili occupati a debita distanza. E proprio su questo servizio si è concentrato il Sindaco di Lecce Carlo Salvemini. Pochi giorni fa, infatti, ha varato il nuovo sistema di trasporto pubblico, che si presenta potenziato e ampliato, allo scopo di essere una reale alternativa all’uso del mezzo privato ed in linea con la Nuova Economia. Il nuovo TPL (trasporto pubblico locale) coinvolgerà il capoluogo salentino, alcuni paesi limitrofi e le marine, con più linee, orari e frequenze maggiori.
Il tutto appare molto interessante e orientato al cambiamento che imponono il nostro tempio e quello futuro. Ci si chiede, tuttavia, se ciò sarà sostenibile per le casse pubbliche e quelle private. In termini più tecnici, questo nuovo sistema sarà capace di reggere i cosiddetti costi fissi?