Bene la politica leccese, ma attenzione… – Massimiliano Lorenzo

Bene la politica leccese, ma attenzione… – Massimiliano Lorenzo

          La crisi morde le caviglie della gente comune e tutti gli attori sociali devono far i conti con l’emergenza sanitaria, i blocchi e i mancati redditi, non sapendo quando tutto questo finirà. Questo vale specie per le istituzioni e la politica, non solo in un contesto nazionale, ma anche a Lecce, colpiti dal lungo confinamento e della lunga chiusura delle attività commerciali. Gli amministratori locali, poi, devono far quadrare i bilanci, e non è pratica semplice. Come è noto, i Comuni devono infatti rispettare il pareggio di bilancio, non potendo spendere in deficit, e saranno così costretti a tagliare i servizi al cittadino, oltre che sperare di ricevere al più presto gli stanziamenti statali promessi dal Governo di Giuseppe Conte e inseriti nel Decreto Legge “Rilancio”, dei quali più o meno si sa poco.

          Anche a Lecce, dunque, il Sindaco Carlo Salvemini si è trovato a fronteggiare una crisi sanitaria storica. Questa seconda esperienza di Governo di centro-sinistra della Città Barocca, preceduta dalla crisi politica dell’“anatra zoppa”, è stata investita anche dalla crisi sanitaria, alla quale Salvemini e i suoi colleghi hanno saputo rispondere con equilibrio. Infatti, Palazzo Carafa è riuscito a mitigare la crisi anche economica, stando ai dati del contagio e alle misure intraprese a favore dei meno agiati. Non deve essere stato semplice trovare i fondi per fronteggiare l’inevitabile disagio economico, ma l’amministrazione leccese ha saputo governare con destrezza la crisi non mancando di azioni di coraggio. Da una parte, Salvemini ha agito secondo la propria linea di indirizzo, formalizzando l’esenzione di parte della Tari per i due mesi di chiusura delle attività produttive, dall’altra ha utilizzato lo strumento dei “buoni spesa” finanziato dalla Regione Puglia. Sin da ora, invece, Palazzo Carafa potrà fare affidamento sui circa 5 milioni di euro stanziati dal Governo nazionale.

          Le casse di tutti i Comuni italiani fanno, da anni, i conti con il taglio degli stanziamenti governativi agli enti locali e quindi alla loro capacità di spesa. Ancora di più, ad oggi, alla luce della pandemia, anche Lecce dovrà affrontare gli inevitabili cambiamenti, che ricadranno sul programma d’azione stesso della Giunta. Il Capoluogo salentino dovrà quindi formulare un nuovo piano commerciale e culturale, nonché anche uno turistico, perché ritorni viva e attrattiva nei sui elementi storici. Intanto, per fronteggiare gli ostacoli, l’amministrazione leccese ha in mente di utilizzare la leva della solidarietà, ed ha invitato i suoi concittadini a destinare il proprio 5x1000 alle attività sociali del Comune, indirizzate alle fasce più colpite da questa crisi. Una decisione che sottolinea come sia alta l’attenzione da parte di Salvemini verso gli elementi più fragili della nostra città, nonostante le casse comunali non dispongano di fondi cospicui.

          Ampliando lo sguardo, possiamo notare come anche altri soggetti politici attivi hanno voluto dare il proprio contributo, materiale e politico. Sono i casi di Potere al Popolo e della Casa del Popolo “Silvia Picci” attivatisi per la distribuzione di pacchi alimentari e, proprio lo scorso primo giugno, per la protesta dinanzi alle porte – chiuse – della sede locale dell’Inps. Un’azione politica quest’ultima che ha voluto mettere in luce le mancanze da parte di enti così importanti, specie nelle attuali condizioni. Sull’altra sponda politica, invece, pare che il centro-destra leccese non abbia trovato le contromisure e, ancora oggi, non riesce a dare il suo contributo politico alla ripresa economica e culturale, in termini di idee, programmi e proposte, adagiandosi sull’azione della sinistra, in maniera speculativa per la sua azione.

Massimiliano Lorenzo

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