È a settembre che in Italia potrebbe scriversi una pagina di storia, oltre che per le elezioni amministrative e regionali, anche per il referendum costituzionale. In ogni caso, il momento elettorale va vissuto con responsabilità e consapevolezza, perché è da questo che deriva il nostro destino, è da questo che costruiamo il nostro futuro, la nostra esistenza. Folle è colui che non pensa di essere lui stesso l’artefice della propria esistenza.
Ecco, dunque, che dopo la consultazione popolare del 4 dicembre 2016, gli italiani sono chiamati, questa volta e ancora una volta, a decidere sul taglio del numero di parlamentari. Vecchi e nuovi maggiorenni del “Bel Paese” devono decidere se modificare, o meno, la struttura del parlamento italiano. E così, Venti di Ponente illustrerà le ragioni del sì e quelle del no.
Qui è la volta del SI. A favore del taglio di senatori e deputati, tra gli esponenti politici locali di spicco, è Davide Manfreda di Monteroni, che a livello nazionale è iscritto ad InOltre–Alternativa Progressista. Proprio lo stesso Manfreda, in una nota ufficiale, spiega perché indica il suo favore al taglio dei parlamentari, contrariamente con quanto sostenuto dalla sua organizzazione nazionale:
“Il 20-21 settembre non saranno solo i giorni delle elezioni comunali, ma anche e forse soprattutto quelli del Referendum sul taglio dei parlamentari. Una vittoria del SI porterebbe a 115 senatori e 230 deputati in meno, si passerebbe così a 200 senatori e 400 deputato complessivi, per un risparmio totale netto di 57 milioni l’anno, anche se il risparmio reale tra rimborsi e spese indotte sarebbe vicino addirittura ai 100 milioni di Euro.
Non è solo una questione di risparmio per le casse dello Stato, nonostante la cifra non sia assolutamente irrisoria, ma quanto mai un simbolo di attenzione alla gestione dei costi della politica.
È vero che la democrazia ha dei costi, ma è decisamente il momento di dare un taglio a tutte quelle spese pazze che hanno alimentato gli scandali degli ultimi tempi, da rimborsopoli ai 49 milioni della Lega, ed è inoltre il momento di ridare alla politica la dignità di cui manca dai tempi di Tangentopoli.
È questo il momento di riprenderci la politica intesa come cura della comunità, è questo il momento di dare un taglio netto col passato e funzionalizzare la politica verso i bisogni dei cittadini.”