Questo breve percorso sui candidati alla Presidenza della Regione Puglia, proposto al lettore da Venti di Ponente, si conclude con gli ultimi due candidati: Ivan Scalfarotto e Antonella Laricchia. A proporre Scalfarotto e Laricchia alla guida della Puglia sono rispettivamente Italia Viva e il Movimento 5 stelle, insieme al governo della nazione, ma divisi nella corsa per quello della regione Puglia. La stessa dinamica si verifica anche tra il Partito Democratico e i pentastellati, sebbene le due compagini siano tutt’oggi alla ricerca di un’intesa post-elezioni, dopo la consultazione sulla piattaforma “Rousseau”.
Concentriamoci ora, però, sulle figure politiche dei due candidati. Iniziamo con un succinto spaccato su Ivan Scalfarotto, candidato alla Presidenza pugliese da Italia Viva di Matteo Renzi, ma sostenuto anche da Azione di Carlo Calenda e +Europa di Emma Bonino. La storia politica di Scalfarotto è sicuramente composita e diversificata, fatta di cariche istituzionali, proteste e scritti. Infatti, la prima esperienza amministrativa di Scalfarotto è con i Verdi, quando a Foggia, nel 1988, viene eletto come consigliere circoscrizionale. Dopo aver criticato apertamente il governo Prodi, nel 1996, attraverso una lettera pubblicata da La Repubblica, nel 2001 fonda il movimento “Adottiamo la Costituzione”, proprio per battersi in difesa della Nostra Carta Fondamentale. Ancora, poi, la sua lotta contro le “gerontocrazie” trova la sua sintesi in un pamphlet-manifesto, “Contro i Perpetui”, pubblicato nel 2006, quando alle politiche dichiara di votare per i Verdi. Solo un anno dopo, però, si iscrive ai Democratici di Sinistra, giusto in tempo per partecipare al congresso di scioglimento e alla nascita del Partito Democratico. Proprio con il Pd si candida, e non viene eletto, nel 2008 e nel 2009, rispettivamente alla Camera dei Deputati e alle Europee. Dopo esser stato eletto nel 2013 e nel 2018 con il Partito democratico alla Camera dei Deputati, nel settembre 2019 diviene sottosegretario al Ministero degli Esteri nel secondo governo Conte. Ed ancora, negli stessi giorni, segue gli scissionisti renziani e si iscrive a Italia Viva.
Ma osserviamo assieme, ora, le motivazioni per le quali Ivan Scalfarotto ha accettato la candidatura a Presidente della Puglia. Nel suo blog personale spiega subito che la sua presenza ha tre signifdicati: “a Roma dice che si sta creando un polo di partiti “liberal democratici” e che questo polo non è detto che vada in coalizione con il Pd e il centrosinistra. E che la Regione, dopo 15 anni, potrebbe ritornare nelle mani del centrodestra. In Puglia racconta che Michele Emiliano non rappresenta più l'intera coalizione progressista.” Ma c’è di più! Per Scalfarotto, difatti, in Puglia, esistono tre populismi: “quello antieuropeista della destra, quello di palazzo personificato da Michele Emiliano. Quello, inoltre, della decrescita felice del Movimento 5 Stelle.” E per la Puglia? Secondo il candidato renziano in Puglia, come in Italia, bisognerebbe basare l’azione politica più sulla fiducia che sulla paura, con coraggio e speranza, salvaguardando i diritti, approfondendo l’internazionalizzazione e sviluppando una crescita sostenibile, nel quadro europeo. Una sintesi di programma che si chiude con un chiaro riferimento: “Penso che il futuro della Puglia sia nella filiera della vita, per citare Teresa Bellanova, che è l’agricoltura.” – si legge su ivanperlapuglia.it.
Più breve e meno diversificata è l’esperienza dell’altra candidata presa qui in analisi, ovvero Antonella Laricchia, proposta e sostenuta dal Movimento 5 stelle pugliese. Nella sua biografia, effettivamente, Laricchia non registra esperienze di politica, propriamente detta, prima della nascita del M5s. Infatti, se dal 2011 svolge attività di volontariato in collaborazione con la Pro loco di Adelfia nell’ambito della promozione turistica, la prima candidatura per la giovane Laricchia è proprio quella alla Presidenza della Puglia nel 2015, quando sfidò il Presidente uscente Michele Emiliano e venne battuta, risultando la seconda candidata più votata. Ed ancora, nel consiglio regionale pugliese, però, ha ricoperto un ruolo tutt’altro che secondario, come componente della Commissione Consiliare al Bilancio e alla Programmazione.
Se si osserva, invece, il programma e l’idea di Puglia della candidata presidente pentastellata, si nota una certa chiarezza d’intenti e una strada ben precisa da intraprendere. Ai primi posti, tra i punti programmatici, vi sono l’ambiente ed il territorio, come la tutela ed il potenziamento delle risorse culturali, naturali ed artistiche della Puglia. Idee ed intenzioni futuribili dettate da un interesse particolare e una lotta personale per le bellezze naturali pugliesi, di cui questa terra si fregia in tutto il mondo, perché siano tutelate e non distrutte da un’urbanizzazione forzata. Un punto importante nel programma di Antonella Laricchia è sicuramente quello che riguarda le infrastrutture. Infatti, assieme alla ripubblicizzazione di Acquedotto Pugliese, due importanti questioni ritornano all’ordine del giorno per i pentastellati: l’Ilva di Taranto e la Tap di Melendugno. Già presenti nel programma elettorale delle ultime elezioni politiche, le due questioni scottanti non sono state trattate dai 5 stelle come avevano promesso nel 2018: i progetti di riconversione del sito siderurgico e lo stop al gasdotto trans-adriatico non hanno visto la luce, anzi.
Due candidati alla Presidenza della Regione Puglia, Scalfarotto e Laricchia, sicuramente diversi e dalle priorità differenti, sebbene al governo di Roma condividano la maggioranza e diversi ministeri. Forse l’unica motivazione che li accomuna è l’opposizione ad Emiliano, sebbene in queste ore i vertici di Pd e M5s provino a raggiungere un’intesa per riproporre anche sui territori la maggioranza “giallo-rossa”. Ma nulla è ancora detto! Tutti i candidati alla carica di Presidente della Regione Puglia dovranno senz’altro “sgomitare” per raggiungere il vertice dei consensi e la guida dunque dei pugliesi, per una regione che dovrà lavorare duramente per proseguire nel suo percorso di crescita.
Massimiliano Lorenzo