Le questioni attinenti alla tangenziale sud-ovest di Galatina tornano nei dibattiti cittadini, e ciò sia sui social sia nei salotti, nei caffè e per le strade. E ciò a causa della ripresa dei lavori nei due terminali dell'opera, ovvero quello nei paraggi dell'enorme Quercia Vallonea secolare di San Sebastiano -nei pressi dell'ospedale- e l'altro nella parte finale di via Lisi, con il comparto edilizio pronto a “mangiarsi” quel che resta del villino liberty già deturpato dalla nascita della strada. Una tangenziale che si è voluto comunque realizzare per fare da servizio probabilmente ai cosiddetti “Comparti”, che la affiancano.
Tali “Comparti” insistono su suoli che il nuovo PUG destina a zone di espansione, e che con l’arteria stradale come ovvio si vedrebbero fortemente rivalutati. Al riguardo, va sottolineato che, i “Comparti” sono aree edificabili dove è il privato a farla da padrone, e consentono agli stessi privati di realizzare autonomamente anche le opere di urbanizzazione, escludendo così e di conseguenza il Comune, che non incasserebbe neanche gli oneri concessori.
Nel caso invece di “Lotti perequativi” il discorso sarebbe completamente diverso, laddove in un dare-avere tra il privato e l’Ente Comune, sarebbe quest’ultimo a gestire la pianificazione urbanistica a tutela quindi, oltre che del legittimo interesse privato, dell’ancor più legittimo interesse della comunità. Insomma, al posto di asfalto e cemento, tutela, riqualificazione e rilancio del territorio, inteso come bene comune.
Purtroppo, non fu questa la strada intrapresa dagli organi decisori, ma quella che, “inseguendo” la cosiddetta “tangenziale ovest”, ci porterà sott’acqua ad ogni pur misero temporale, in particolare nell'area della masseria Sant'Antonio.
Come ben visibile dalle foto a corredo dell'articolo non si rispetta sia la distanza almeno 15 metri dalla chioma della secolare Quercia Vallonea, che, secondo il botanico Pietro Medagli, ha circa tre secoli di vita. Al proposito va ricordato che, la Vallonea si trova iscritta nel Libretto Rosso di salvaguardia delle specie rare in natura.
Sempre nella stessa zona, passante per la nuova tangenziale, vi sono due grossi problemi, ovvero quello legato alla questione attinente al passaggio della strada sopra il cavidotto da 400.000 volts, che dalla centrale di distribuzione di Galatina, porta l'energia elettrica ad Otranto e da qui, con un cavo sottomarino, viene esportata in Grecia. Altro nodo enigmatico associato al precedente è quello della presenza della condotta principale dell'Acquedotto Pugliese, proveniente dal Pertusillo, la quale anch’essa insiste sotto la strada in costruzione.
Che dire poi del traliccio con le antenne dei ripetitori telefonici e la centrale elettrica da 20.000 volts affianco alla strada? Il luogo ci racconta di viaggi, di storie che si intrecciano, e cancellarne i vecchi ed antichi segni, suona ad onta e spregio per il passato in favore del presente.
Ad ogni modo, a pochi metri da qui una nuova strada di nero bitume, segnerà una cicatrice su un territorio ed una campagna tra le più fertili della zona, ricchi di risorgive ed una falda freatica a pochi metri. La speculazione però chiama forte! Come per magia i terreni agricoli si trasformano in terreni edificabili ed i soliti “compartisti” costruiranno le loro belle villette a schiera con vista sulla tangenziale.
Raimondo Rodia