Le liste rosse per le regionali, in Italia – Massimiliano Lorenzo

Le liste rosse per le regionali, in Italia – Massimiliano Lorenzo

            Dopo esserci soffermati sulla lista social-comunista pugliese “Lavoro Ambiente Costituzione”, diamo ora uno sguardo alle altre compagini dello stesso segno politico che si presentano in altre regioni italiane nelle elezioni del 20 e 21 settembre.

            Le regioni in cui i comunisti son riusciti a creare una lista, oltre alla già trattata Pugliasono quattro: Toscana, Marche, Veneto e Campania. E, specifichiamo, nelle due regioni del centro Italia, una la lista è composta dal solo Partito Comunista Italiano, del Segretario Nazionale Mauro Alboresi, mentre Rifondazione Comunista di Maurizio Acerbo sostiene un altro candidato. Ed ancora, in Toscana, troviamo un'altra lista rossa, quella del Partito Comunista di Marco Rizzo, mentre, in Veneto, a sostenere il candidato Presidente vi è anche l’altra organizzazione rossa, Rifondazione Comunista.        

            Conosciamo, allora, una per una, le liste comuniste nelle varie regioni e chi sono i candidati alla Presidenza della Regione. Iniziamo dalla rossa Toscana, in bilico tra il centro-sinistra ed il centro-destra e dove la falce e martello sulle schede elettorali non era presente da 30 anni. Nella regione che vide nascere proprio il Partito Comunista Italiano di Antonio Gramsci, quello odierno è riuscito a candidare Marco Barzanti, già assessore a Grosseto nel 2006 e già candidato Sindaco della stessa città un decennio dopo. Oltre al PCI, poi, un altro partito con i simboli del lavoro si candida con una sua lista. Stiamo parlando del Partito Comunista, che presenta Salvatore Catello, militante e lavoratore precario, che nel 2014 si candidò alla carica di Sindaco a Cavriglia (Arezzo) e lo scorso anno alle europee. Per quanto concerne Rifondazione, invece, il partito di Acerbo sostiene il candidato Presidente Tommaso Fattori, per “Toscana a Sinistra”. Fattori, che coniuga studio e impegno sociale fin dal movimento studentesco, tra le altre cose, Membro fondatore del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e della Rete Europea dell’Acqua, così come nel 2014 si è candidato alle elezioni europee con la lista L’Altra Europa con Tsipras.

            Rimanendo nella fascia centrale del Bel Paese, nelle Marche, è il solo Partito Comunista Italiano a candidare una lista con il simbolo della falce e martello. Infatti, Fabio Pasquinelli, avvocato osimano, è l’unico candidato Presidente comunista, con alle spalle una lunga esperienza politica nel movimento studentesco e operaio. Da registrare resta poi che, nel suo partito, Pasquinelli è il segretario regionale, oltre a sedere nella Direzione Nazionale del PCI.           

            Vediamo, poi, un altro candidato di una lista rossa, nel nord-est d’Italia. In Veneto, infatti, le due compagini di PCI e Rifondazione Comunista sostengo assieme il candidato presidente Paolo Benvegnù, segretario regionale di RC e già militante di Potere Operaio. Qui, la lista prende un nome simile a quella pugliese, ovvero Solidarietà Ambiente Lavoro.

            In fine, spostiamo l’attenzione nel Meridione, in Campania. Nella regione del Presidente Vincenzo De Luca, la lista rossa è quella che prende il nome di “Terra”, in una formazione ambientalista autonoma. Infatti, questa compagine nasce dalle spinte delle associazioni impegnate nella tutela dell’ambiente, e proprio il candidato Presidente Luca Saltalamacchia, Avvocato civilista, è da tempo nelle lotte ambientaliste, oltre che per quelle dei diritti umani. Assieme a questi comitati, appunto, Saltalamacchia è poi sostenuto da Rifondazione Comunista e Sinistra Italiana.

            Per concludere, in tutte le regioni in cui vi è una lista rossa, le organizzazioni politiche impegnate dovranno lavorare sodo e sperare, per entrare nei rispettivi consigli regionali. Interessante sarà osservare il risultato che il Partito Comunista Italiano porterà a casa in Toscana, dopo tanti anni di assenza sulle schede elettorali e per la storia che quel nome e quel simbolo hanno significato nel Novecento.

Massimiliano Lorenzo

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