Si ritorna alla normalità dopo il confinamento dovuto alla pandemia e anche le istituzioni, in Europa, cercano di farlo. Nello scorso fine settimana, infatti, due Paesi in Europa sono tornati alle urne: la Francia, per il rinnovamento dei rappresentanti comunali in alcune città, e la Polonia, per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica ex-sovietica.
Nello Stato retto dal Presidente della Repubblica Emmanuel Macron, i francesi chiamati a votare nel secondo turno delle amministrative, si sono recati alle urne in poco più della metà, il 59% circa, stando a quanto riportano gli istituti di rilevazione elettorale. Nonostante ciò, però, alcuni risultati sono significativi. Difatti, la socialista Anne Hidalgo è stata scelta nuovamente dai parigini come Sindaco della Capitale francese, imponendosi al ballottaggio con il 50% dei voti. Gli sfidanti sconfitti, Rachida Dati (Les Repéblicains) e Agnès Buzyn (La Républiqueen Marche – il partito del Capo dello Stato) hanno raggiunto, invece, rispettivamente il 32% e il 16%. Mentre, l’altro dato interessante è l’elezione del primo ministro francese Edouard Philippe a nuovo sindaco di Le Havre, grazie al 59% dei voti con cui ha battuto il candidato comunista Jean Paul Lecoq. Anche l’estrema destra di Marine le Pen, poi, è riuscita a spuntarla, e a Perpignan, con Louis Aliot (deputato e dirigente del Rassemblement National), ha raggiunto il 52,7% dei voti, superando il Sindaco uscente Jean-Marc Pujol (Les Républicains), che si è attestato al 47,3%.
In Polonia, invece, il contesto è molto diverso. Infatti, negli ultimi anni la Polonia è diventato un Paese a guida semi-autoritaria: il Presidente uscente Andrzej Duda della destra radicale, pur avendo pochi poteri può bloccare quelle leggi che ritiene antidemocratiche. Ma c’è dell’altro. Dal 2015, l’ultimo governo ha colpito due pilastri dello stato di diritto: l’indipendenza del sistema giudiziario e la libertà di espressione, sottoponendo la Corte Suprema a un controllo politico e aumentando la pressione governativa sui mezzi d’informazione pubblici.
Nel primo turno delle elezioni presidenziali in Polonia, nessuno dei candidati ha raggiunto il 50% più uno dei voti e vedranno il Capo dello Stato conservatore uscente Duda sfidare al ballottaggio il candidato Rafal Trzaskowski, esponente di Piattaforma Civica, partito della destra liberale.
Insomma, se in Francia sinistra e destra si dividono le municipalità, in Polonia è la destra a sfidarsi per la guida del Paese e a deciderne il futuro.
Massimiliano Lorenzo