Il periodo di confinamento per il contagio da Covid si è chiuso non troppo tempo fa e l’Italia stenta ancora a ripartire a pieno. Nei mesi dell’affaire Covid si sono sperimentate forme alternative di lavoro, prima fra le quali il telelavoro e lo smartworking, non solo nel settore privato, anche per i lavoratori del pubblico impiego. Proprio la Pubblica Amministrazione e la pubblicità dei servizi hanno dimostrato la loro importanza, specie nell’assicurare le prestazioni in maniera più eguale ai cittadini italiani.
È l’Unione Italiana del Lavoro (UIL) a sottolineare la rilevanza dalla gestione statale e la necessita di investire su tutti i settori della Pubblica Amministrazione e sui contratti dei lavoratori della stessa. A spiegare bene le attuali condizioni e i bisogni odierni è, appunto, la dichiarazione del Segretario Generale Uil Pierpaolo Bombardieri e dei Segretari Generali delle categorie del Pubblico Impiego, diramata nelle scorse ore:
“Questi mesi ci hanno insegnato quanto preziosa sia la funzione di tutto il sistema pubblico in un contesto di emergenza, ancor più lo è e deve esserlo in vista della rapida ripresa del Paese e del suo tessuto produttivo, economico e sociale.
I fatti hanno dimostrato come il modello neoliberista, lo stesso che considera la spesa per la P.A. improduttiva, possa ormai considerarsi superato. È necessario cambiare impostazione!
È per questo che chiediamo al Governo di prendere una posizione chiara sulla gestione delle importanti risorse che il Paese avrà a disposizione, tutte incluse: dalla legge di bilancio al Recovery Fund, fino al MES.
La Pubblica Amministrazione costituisce uno degli asset strategici per lo sviluppo del Paese? Se sì, un primo passo fondamentale per dimostrarlo è il rientro al più presto e in totale sicurezza dei propri dipendenti, nel pieno rispetto delle misure concordate nell’ultimo protocollo di sicurezza sottoscritto lo scorso 24 luglio.
I lavoratori vogliono rientrare negli uffici per dare responsabilmente il loro contributo alla pronta ripartenza della macchina amministrativa a sostegno di tutte le attività produttive e a garanzia dei servizi essenziali. Lo hanno fatto anche durante la fase più critica della pandemia: chi in prima linea sul fronte alla lotta all’emergenza, chi da remoto assicurando la continuità dell’azione amministrativa. Il normale riavvio di quest’ultima, tuttavia, non può che esser legato a doppio filo col rientro dei lavoratori nelle amministrazioni, negli enti e negli istituti.
Ma non basta! Per far ripartire compiutamente quella macchina bisogna necessariamente cambiare rotta e tornare a investire su tutte le Pubbliche Amministrazioni, sulla Sanità, sulla Scuola, sull’Università e sulla Ricerca, riconoscendone il ruolo di volano dello sviluppo sociale ed economico.
Rivendichiamo da troppo tempo un percorso serio di digitalizzazione e di adeguamento infrastrutturale della macchina pubblica che sia in grado di metterla al passo con il terzo millennio e di rispondere alle esigenze dei cittadini e degli attori economico sociali del Paese.
L’occasione che abbiamo ora, con il Recovery Plan e il Mes, è unica e va sfruttata!
Un percorso di rilancio che, però, non può prescindere dal protagonismo di chi dovrà esserne quotidianamente partecipe, i lavoratori. Bisogna farlo investendo in formazione, colmando i tanti vuoti organici con un piano straordinario di assunzioni, ridando dignità e ruolo alle relazioni sindacali e riconsegnando alla contrattazione competenze sull’organizzazione del lavoro per orientarne e accompagnarne le trasformazioni che le innovazioni stanno comportando.
Il contratto collettivo non può che essere lo strumento più adatto e flessibile per guidare questo processo di ammodernamento e rilancio del sistema pubblico.
Rivendichiamo condizioni economiche e normative utili ad avviare, fin da subito, questo processo, anche attraverso l’apertura delle trattative per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego ormai scaduti da oltre due anni.”