Un Conte incostituzionale nell’emergenza Covid19 – Massimiliano Lorenzo

Un Conte incostituzionale nell’emergenza Covid19 – Massimiliano Lorenzo

          Dopo quasi due mesi di lockdown e divieto di spostamenti dalla propria dimora, se non per le motivazioni stringenti che ormai conosciamo a memoria, circa le misure normative attuate dal Governo giallo-rosso e dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, diversi giuristi e costituzionalisti iniziano a far chiarezza sulla costituzionalità o incostituzionalità degli strumenti istituzionali utilizzati: gli ormai famosi Dpcm. Tra gli altri, ad esprimersi sulla questione sono stati due protagonisti di massimo livello nella Corte Costituzionale: l’ex presidente della Consulta, Antonio Baldassarre, e l’attuale presidente Marta Cartabia.

          Innanzitutto, cosa è un Dpcm o decreto del presidente del consiglio dei ministri? Il Dpcm è, semplicemente, un atto amministrativo senza forza di legge, insomma un atto individuale del Presidente del Consiglio. Infatti, nel nostro ordinamento, questa tipologia di decreto è configurato come una fonte normativa secondaria, utile per dare attuazione ad altre norme o altri regolamenti. Da ciò, è evidente come l’unico strumento utilizzato da Giuseppe Conte, in realtà, non può da solo creare obblighi, doveri o divieti, insomma. Questo nonostante ci si trovi in una condizione di emergenza, sanitaria, com’è quella per la diffusione del coronavirus. Infatti, la Costituzione, per materie e situazioni che necessitano di norme emanate e subito vigenti, ha previsto il decreto legge, di cui pure non si dovrebbe abusare. Perché? Presto detto, “la Costituzione non prevede un diritto speciale in tempi speciali”come ha sostenuto proprio l’attuale presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia, in un’intervista per firenzepost.it.

          Chiarito cosa è consentito dalla Costituzione e cosa invece non lo è, tracciamo un ragionamento, tenendo conto anche delle considerazioni dei due costituzionalisti, Baldassarre e Cartabia. Secondo Antonio Baldassarre, infatti, limitare una libertà attraverso un dpcm è un atto fuori dalla costituzione, ed il suo utilizzo lo “specchio della arbitrarietà generale e del pensiero autoritario del presidente del Consiglio”, come ha dichiarato in un’intervista per firenzepost.it. Quello che pare sostenere l’ex presidente della Consulta è che il potere auto-riconosciutosi da Conte, con il silenzioso benestare del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dei magistrati, possa rilevarsi pericoloso nella prospettiva democratica. Forse più pericoloso anche dei “pieni poteri” evocati per sé da Matteo Salvini, la scorsa estate al Papeete.

          Un altro avvertimento sull’abituale utilizzo dei dpcm da parte di Giuseppe Conte arriva anche dall’attuale presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia, nell’annuale report sul funzionamento dello stesso organo. Infatti, sostiene Cartabia, anche in un periodo di estrema emergenza “il sistema istituzionale e giuridico resta quello previsto dalla Costituzione”, la cui piena attuazione richiede una collaborazione corale e più stretta tra tutte le figure ed i poteri contemplati dalla carta fondamentale della Repubblica italiana, dal Parlamento al Governo, dagli enti locali alla magistratura. Questo, ancor di più se gli organi debbano rispondere ad una crisi. Quel che sarebbe mancato, insomma, per la presidente della Consulta, è l’attivazione della solidarietà tra cittadini ed istituzioni, una cooperazione chiave in questa emergenza sanitaria.

          Se l’ex presidente Baldassarre si è soffermato sul pericolo di una possibile deriva autoritaria, in prospettiva, determinato dal modus operandi decisionale di Giuseppe Conte, Cartabia si è chiesta cosa potrebbe accadere se qualcuno dei multati per aver violato le disposizioni del presidente del consiglio sollevasse in tribunale la questione di legittimità costituzionale. Per la presidente della Corte se ne vedrebbero delle belle, oltre ad essere un giusto modo per riportare sulla terra e cancellare l’esperienza di governo Conte&Co.

          Insomma, per chiudere. Quel decisionismo che tanto ha fatto aumentare il gradimento per la figura di Giuseppe Conte, quella fantomatica forza espressa attraverso strumenti incostituzionali, potrebbero da una parte segnare un passo storico per il loro utilizzo autoritario e, dall’altra, risultare decisivi nel prossimo futuro, per il governo e per l’Italia tutta. Se così non fosse, ci si chiede: chi pagherà gli enormi danni arrecati al sistema socio-economico nazionale, ormai messo in ginocchio?

Massimiliano Lorenzo

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