Quadri & S-quadri (16) – Mirella Raganato

Quadri & S-quadri (16) – Mirella Raganato

            Siamo alle ultime battute di questo 2022 e Noi ci congediamo, aprendo così il Tempo dei festeggiamenti per l’arrivo del nuovo anno, con questa Rubrica, Quadri & S-quadri, giunta al suo sedicesimo appuntamento, che propone questa volta Mirella Raganato.

            Il lettore si chiederà quali potrebbero essere i motivi che ci hanno indotto a chiudere l’anno con Mirella Raganato, in arte RAMI. La Nostra una qualsiasi? No, di certo!!! Anzi, la Raganato non è un caso…

            Originaria di Copertino, Mirella, in prima battuta, è donna della ricerca, una specifica ricerca, dove la pittura è solo il mezzo e non il fine. Forse, per Mirella, poco interessa l’opera prodotta, l’opera compiuta in sé, o comunque questa rimane un motivo ulteriore e mai principale. Nell’Arte della Pittura alla Nostra ciò che veramente interessa è il “durante”, il “gesto”, il pensiero che transita in quel momento, l’emozione della pennellata che si tramuta e si traduce sempre in atto intellettivo, in elucubrazione sino alla speculazione e forse anche all’intellezione.

            Ecco perché abbiamo scelto la Raganato, perché si pone, si contrappone e bilancia le atmosfere festaiole, sfrenate e convulse del Capodanno. È il contraltare, necessario, al Capodanno, che può viversi pienamente solo in presenza di un limite, di un distinguo, di un contrasto, che Noi troviamo in Mirella e la sua produzione.

            Per la Raganato, ovvero RAMI, in buona sostanza l’Arte e la pittura sono una forma di preghiera, che lei infarcisce sia nella prospettiva religiosa sia esistenziale. Suoi sono i grandi perché, ma altrettanto le appartengono i grandi temi della sofferenza. E tutto ciò coerentemente col suo percorso artistico, che diventa robusto a partire dal 2007 quando comincia a studiare scultura e iconografia presso l’Abbazia di Santa Miria di Pulsano a Foggia, conseguendo di poi, l’attestato di Decoratore Iconografo.

            Numerose le sue mostre, personali e collettive, molti i riconoscimenti di grande pregio a partire dal 2010, dove la sua produzione si compone sia di pregiate icone di stampo bizantino, ma anche di molte tele, che in buona sostanza sono lo spazio dove si compiono la sua narrazione, la sua preghiera, la sua ricerca nella prospettiva esistenziale, sociale e religiosa. È forse, lo spazio dove ama esistere….

            Qui si propone una sua particolarissima opera, a cui Mirella non ha dato un titolo, uno specifico esplicativo. Da buona ricercatrice lascia all’utente quel processo di sintesi che porterà a dare un nome a quest’opera, chiamandolo a sé, nel suo mondo fatto di interrogati, perché e questioni, riuscendo così ad invogliare chi guarda la sua opera ad uscire dai luoghi comuni, dalle soluzioni precotte che offre la nostra società. Un invito, quello di RAMI ad essere protagonisti della Vita e della propria nello specifico, rinunciando così, e almeno per un po’, a mettere in scena copioni che non ci appartengono.

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            Quest’opera di Mirella, dove una Signora, che appare uscire dal fuoco, ci guarda con decisione, senza alcun indugio, in una fissità ieratica, mentre alle sue spalle delle barche sono sospese sul Nulla. Una Signora, la sua Signora, in qualche modo totemica, ha tra le mani una barca di carta, forse l’unica nella quale credere, l’unica con la quale procedere nella navigazione, perché figlia proprio del Fuoco……come lei.

Rosanna Gobetti

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