Versi & Contro-Versi (33) – con Maria Carrassi

Versi & Contro-Versi (33) – con Maria Carrassi

            Per il 33° appuntamento della Nostra storica rubrica Versi & Contro-Versi la poesia “ospitata” è della professoressa Maria Carrassi, nota scrittrice salentina impegnata soprattutto sul versante della spiritualità. Non pochi, al riguardo, sono stati i premi vinti, e soprattutto tra il 2008 e il 2015, assegnati per le sue pubblicazioni poetiche. E questo, sì per la l’armonicità e le qualità intrinseche dei suoi versi, ma in particolar modo per la profondità dei temi trattati dal punto di vista animico ed esistenziale.

            La nostra Carrassi d’altro canto è anche una sensitiva, una chaneler riconosciuta, grazie alla sua sensibilità non comune, alle sue capacità di cogliere i sensi e i significati anche nelle piccole sfumature… nel volo di una farfalla. Da qui, le poesie della Carrassi che risuonano nei recessi più profondi del lettore.

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            Tra le sue, qui se ne propone una in linea con questo Tempo. Un tempo che si colloca col cambio di stagione: tra poco si celebrerà il solstizio d’estate. E così, sono versi che si addicono al cambiamento tout court, delle stagioni astronomiche certamente, ma anche della Vita in tutti i suo aspetti, e -perché no?- della stessa Civiltà, la nostra che proprio in questi momenti sta vivendo un momento particolare e connesso alla sua “vecchiaia”.

            Va da sé che il cambiamento è caratterizzato dall’abbandono di ciò che è vecchio. Ma tutti sanno che il nuovo arriva lentamente, e nel tratto tra il vecchio e il nuovo vi è un tempo di mezzo, che non si caratterizza né per ciò che è stato né per quello che verrà. Da qui un periodo di estrema incertezza, vago, che non ci permette di tornare indietro, ma neanche di vedere davanti, gli orizzonti, il futuro, l’avvenire. Un Tempo di Mezzo, sopportabile e superabile solo per mezzo dell’amore, inteso nell’accezione più profonda e Naturale, ovvero come incontro di polarità opposte, come in-con-tro del Diverso per eccellenza……

Rosanna Gobetti

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NEL MIO VAGARE

Nel mio vagare
triste e solitario
calpestavo foglie ingiallite
dal tempo.
Mi parlava d'amore
quel loro crepitio
ed apriva il mio cuore
al solitario andare
in attesa di cogliere
un bocciolo di rosa.
Ma rose non c'erano,
solo foglie
che come fiori
facevano tappeto al mio Amare.

Mari Carrassi

Tratta da: "Alla mia terra"
3^ Edizione Youcanprint-Selfpublishing - 2018

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