Il più delle volte, nella Scuola, il tempo da dedicare alle materie artistiche viene assorbito da quelle ritenute più importanti come l’italiano o la matematica. E nonostante l’Arte, insieme alla musica e al teatro, giochi un ruolo essenziale come strumento trasversale per tutte le discipline, è ancora relegata a una funzione piuttosto marginale.
Per queste ragioni, spetta a noi insegnanti avvicinare il più possibile i bambini all’Arte, ai suoi linguaggi e alle sue tante sfumature, attraverso una didattica laboratoriale che utilizzi metodi, strumenti e tecniche accattivanti e nello stesso tempo tenga conto delle peculiarità e delle potenzialità creative di ciascuno.
Per fortuna, nella Scuola dove insegno da un po' di anni, la Sigismondo Castromediano IV Circolo di Lecce, grande rilevanza è attribuita alle materie artistiche non solo grazie alle competenze dei docenti, ma anche per le opportunità che la struttura offre, dotata all’interno di un teatro, una grande palestra e di un ampio spazio esterno con zone coperte e attrezzate che permettono la realizzazione di laboratori anche all’aperto.
Proprio per questo fin dall’inizio dell’anno scolastico ho progettato di realizzare con i miei bambini di seconda, un laboratorio d’arte durante le ore pomeridiane di lezione. Sono partita dai concetti di colore, punto e linea per arrivare all’idea di forma attraverso opere di alcuni grandi artisti, per dare loro la possibilità di fare, manipolare, sperimentare l’Arte in quanto esperienza vissuta in pienezza.
Non si è trattato di utilizzare le ore per realizzare i classici lavoretti o decorare il quaderno, che pure li divertono tanto, ma di sviluppare in loro il pensiero creativo e il processo cognitivo.
Lo stesso filosofo e pedagogista John Dewey sosteneva che” l’Arte è il mezzo più indicato per utilizzare l’energia creativa racchiusa nel bambino” e il fine ultimo dell’attività creativa non sono i prodotti che egli realizza, quanto piuttosto lo sviluppo dell’osservazione, dell’immaginazione, della capacità comunicativa.
Per queste ragioni occorre cambiare prospettiva, mettersi dal punto di vista dei bambini che non vanno considerati semplici fruitori, ma soggetti attivi che, con le proprie capacità di comunicare e di relazionarsi con gli altri, diventano costruttori del proprio sapere.
L’intento del laboratorio è stato proprio quello di incoraggiare gli allievi ad esprimere il proprio potenziale artistico e le proprie emozioni di fronte ad un’opera d’arte. “L’urlo” di Munch, per esempio, che a Marco, di sette anni, ha suscitato ilarità o “La notte stellata” di Van Gogh che ha suggerito a Giulia un senso di pace e di tranquillità, perché evocava in lei atmosfere natalizie, mi hanno indotto a pensare a come l’Arte possa essere immediata e capace di innescare nei bambini reazioni inattese, proprio perché liberi da qualsiasi sovrastruttura o preconcetto.
Mi sono chiesta ancora: quali emozioni può suscitare, in un bambino di oggi, un’opera d’Arte del passato? E in che modo fargliele esprimere? Con il laboratorio è stato possibile! Semplicemente lasciando andare le cose da sé, lasciando che fosse l’Arte ad andare verso di loro, quando ha avuto il coraggio di entrare nella scuola e di essere se stessa, di essere vista per ciò che è: un linguaggio universale che parla al cuore.
Nella prima fase del laboratorio ho previsto la visione alla “LIM”di video che presentavano le opere dei vari artisti e dopo averle analizzate è scaturita una interessante e naturale chiacchierata con gli alunni da cui è emerso che erano proprio i particolari a catturare la loro attenzione: Marta ha colto la ripetizione costante di occhi, scale e stelline nei dipinti di Mirò o Francesco che ha notato i colori sfumati nelle opere di Monet.
Di fronte ad alcune opere li ho visti commuoversi e sgranare gli occhi dallo stupore, capaci di coglierne l’essenza più degli adulti e di comunicarla con grande immediatezza percependo che, anche a distanza di secoli, l’arte è viva!
Ed è talmente viva che ha risvegliato immediatamente la curiosità, la creatività, la fantasia per cui è stato facile, allora, riconoscere nei loro disegni, i colori e i vortici di Van Gogh, le linee di Kandinsky, i punti di Seurat, i personaggi bizzarri e misteriosi e gli animali stravaganti di Mirò.
Infatti, nell'ultima fase del Laboratorio i bambini hanno realizzato disegni e dipinti esprimendo liberamente le loro idee e sensazioni, hanno vissuto un momento magico, si sono aperti a mondi alternativi e possibili e hanno guardato se stessi e la realtà con occhi nuovi. Questa è il circostanza in cui il pensiero crea e per concretizzarsi ha bisogno delle mani di un bambino; secondo Maria Montessori, infatti, “L’immaginazione diventa grande solo quando l’essere umano, in base al proprio valore e forza, la usa per creare. Se ciò non accade, l’immaginazione resta un semplice spirito che vaga nel vuoto”.
Una esperienza unica e da continuare quella del Laboratorio di Arte. Ce lo dicono le opere realizzate dai miei allievi!