Alle vittime del coronavirus in tutto il mondo si aggiunge lo scetticismo di alcuni governanti che partendo dall’idea che prima o poi la pandemia cesserà per intervento divino o per l’immunità di gregge assistono imperterriti alle morti dei loro cittadini funestati dal virus e dall’ignoranza dei loro governanti. È il caso della Gran Bretagna, della Svezia, degli Stati Uniti, del Brasile, che ha vietato la diffusione dei dati, e anche del Nicaragua, dove la Direzione Sanitaria Nazionale è giunta a licenziare 12 medici e diversi infermieri, comandati per intervenire nei reparti dove sono stati ricoverati dei contagiati da coronavirus senza essere forniti di materiale idoneo per la prevenzione e sicurezza (mascherine, camici, guanti, ecc). Anzi quando i medici hanno condizionato il loro intervento alla fornitura del materiale, per tutta risposta sono stati licenziati fra la costernazione dei pazienti e dei loro parenti.
Si tratta di medici specializzati in leucemie e tumori infantili che si erano formati professionalmente dopo vari programmi pluriennali di cooperazione internazionale, che avevano il centro in diversi Ospedali fra cui il San Gerardo di Monza e quello di Bellinzona in Svizzera, l’Università Milano-Bicocca, il Comitato Maria Letizia Verga e la Fondazione Tettamanti. Un programma complesso che ha visto impegnati diversi medici di fama internazionale come il professore Giuseppe Masera fin dal 1985. Negli anni successivi sono stati sviluppati un eccellente programma di Nefrologia pediatrica (coordinato dal professor Fabio Sereni dell’Università di Milano), un programma di Neonatologia (promosso dal professor Franco Cavalli e dalla Associazione AMCA di Bellinzona) e, infine, un programma sulla spina bifida sostenuto dalla Fondazione Mariani. Contemporaneamente, sono stati portati avanti progetti di formazione per i medici e gli infermieri nicaraguensi, che sono spesso venuti a Monza per seguire gli aggiornamenti.
Tutti questi lavori e progetti, che hanno visto impegnati anche diversi amici dell’Associazione Italia-Nicaragua per costruire i nuovi reparti, affiancati da residenze per ospitare i parenti che accompagnano i giovani pazienti provenienti da ogni parte del Nicaragua e anche dai Paesi vicini, rischia di venire compromesso per questa azione repressiva delle autorità sanitarie nicaraguensi.
Per contrastare queste decisioni e per far rientrare i licenziamenti è nato in Italia un Comitato che ha predisposto un appello da inviare alle Autorità Sanitarie e Governative del Nicaragua (al Presidente Daniel Ortega), alla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) presso le Nazioni Unite, alla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e al Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana Giuseppe Conte. “Non riusciamo a capire la reazione delle Autorità Sanitarie del Nicaragua che sono giunte a licenziare medici preparati con questi programmi, diventati a loro volta guida per gli altri operatori sanitari. - commenta Umberto, che ha dato “l’anima” per il Progetto La Mascota - con l’unica colpa di aver richiesto, prima di essere impiegati nella cura del Coronavirus 19, la sacrosanta fornitura di protezioni individuali idonee (mascherine, camici, ecc.) per poter intervenire con sicurezza nella cura dei malati”.
L’appello chiede il ritiro dei licenziamenti e a tutte le Autorità di adoperarsi per sostenere gli sforzi del Nicaragua nella lotta contro il coronavirus e nello stesso tempo di intervenire presso le Autorità nicaraguensi perché ritirino i licenziamenti incomprensibili e illegittimi. Intanto vengono inviati messaggi di solidarietà ai medici e al personale sanitario coinvolto e anche la stampa nicaraguense grida allo scandalo e alla ingiustizia nei confronti di un provvedimento lesivo dei diritti dei medici e della loro salute e di conseguenza anche di quella dei pazienti, che sarebbe inevitabilmente compromessa senza i necessari strumenti di prevenzione e di sicurezza. Il Comitato per il ritiro dei licenziamenti di 12 medici e dell’altro personale sanitario in Nicaragua è patrocinato dalla Associazione Culturale Orizzonte, via Ungaretti, 2 – 20098 San Giuliano Milanese (Milano, Italia), mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., tel. cell. +039 334 3774168.
Paolo Rausa