Si dice che molte meravigliose opere architettoniche siano state realizzate nel nostro Sud, il nostro Salento, oltre che da noti architetti, anche da un ricco e antico folklore, fino a giungere alle opere delle “macàrie” e degli incantesimi. E proprio su una di queste ultime si soffermerà la nostra attenzione, per suggerire ai nostri lettori, quelli più turistici e assieme esoterici, una possibile escursione che non può mancare nel diario di chi si interessa a certe problematiche ai limiti dell’ordinario.
La più nota di queste costruzioni ad alto contenuto esoterico, pare essere connessa al campanile di Soleto. Una notorietà che ha una portata internazionale. A ciò basti pensare che i grandturisti, ovvero i rampolli dell’alta società europea che venivano in Italia fra il ‘500 e l’800, per completare la loro formazione culturale, consideravano irrinunziabile la tappa di Soleto, proprio per osservare e venire in contatto con il noto campanile.
È questa una fra le più belle opere di Soleto. Antichi disegni attestano che essa nasce a punta piramidale. Voluta fortemente dal conte Raimondello Orsini del Balzo sposo di Maria D’Einghein contessa di Lecce, la Guglia doveva diventare eterno simbolo del potere degli Orsini e Tempio al rito latino della chiesa cattolica che dal concilio di Trento aveva messo in atto una politica di smantellamento di qualsiasi diversità, nell’orbita Romana, che fosse protestante o greca-ortodossa. La torre gotica quadrangolare, costruita accanto all’antica chiesa di Maria Santissima Assunta, è alta 41 mt.
Nel 1397 si pose la prima pietra e Messer Francesco Colaci di Surbo portò avanti i lavori ingegneristici nella greca Soleto. La torre campanaria fu terminata poi, intorno al 1430. Questa è storia.
La fama della guglia, tuttavia, travalicò ben presto, come s’è già messo in evidenza, i confini non solo territoriali, ma anche internazionali, diventando mèta turistica “ante diem” di illustri personaggi d’oltralpe. E tutto ciò a causa della leggenda che avvolse i lavori di costruzione.
Pare che numerosi siano stati i tentativi per erigere la grande torre, perché a metà esecuzione essa cadeva. Alla fine, l’Orsini dette l’incarico per la sua costruzione a un rinomato alchimista locale, Messer Matteo Tafuri, famoso anche per essere uno scienziato, un medico e un astrologo di fama internazionale.
Si dice che il Tafuri, in una tremenda notte di tempesta, si accordò, tramite incantesimi, con alcune schiere demoniache affinché la Guglia fosse costruita e terminata durante le ore di quella notte. Ma l’alba, annunciata da un gallo stacanovista, sorprese gli ultimi 4 demoni intenti a completare la balaustra del terzo piano, che rimasero lì pietrificati. Ancora adesso si possono ammirare su quel famoso terzo piano, 4 orribili facce di poveri diavoli, intrappolate nella pietra e nel mondo degli uomini per l’eternità. Favole antiche...
Matteo Tafuri, infatti, visse un secolo dopo la costruzione della torre di Soleto. Preso di mira dal Concilio di Trento, venne condannato all’esilio per eresia nel 1572, cioè centotrenta anni dopo la costruzione della guglia incriminante. Messer Tafuri, laureato alla università della Sorbona di Parigi, eccelso astrologo consultato da sovrani come Francesco I, Carlo V, Giovanni d’Austria e il marchese del Tufo, diventò a posteriori un eccellente capro espiatorio per una guglia che seppure bellissima, nessuno la voleva per la sua simbologia antipopolare.
Si dice che ancora oggi si senta urlare messer Matteo Tafuri mentre compie i suoi esperimenti sulla fenomenologia naturale dell’eco tra la torre campanaria e la guglia di Raimondello Orsini, ovviamente di mattina prima del sorgere del sole e la notte dopo il tramonto.
Grazia Piscopo