Prosegue, dunque, la Nostra rubrica A Spasso per la Puglia. Questa volta propone, con forti motivazioni, un’escursione nel Mondo dei Messapi. Nella storia e nella cultura di questo popolo, che ha presidiato il Salento dal IX secolo a.c. (secondo l’ipotesi più accreditata) sino al suo completo assorbimento dopo il 90 a.c., da parte di Roma, non è azzardato ritrovare alcuni dei suoi caratteri proiettati nella modernità della gente che insiste nelle tre province di Lecce, Brindisi e Taranto.
I Messapi, infatti, non furono un popolo di conquistatori o navigatori. La loro vita si risolveva prevalentemente all’interno del perimetro delle terre salentine, non mancando tuttavia buone e pacifiche attività di scambio con i popoli del Mediterraneo. Tra le altre, può essere utile sottolineare che, i Messapi furono l’ultimo popolo di italico ad essere conquistato e “domato” da Roma, che dovette “sudare sette camice” per assecondarlo alle sue logiche. Un popolo, dunque, che ha sempre difeso con forza la propria terra, mostrando sempre forti spinte centripete anziché centrifughe rispetto alle Potenze che di volta in volta la storia ha posto al suo cospetto.
Messapico può essere tradotto con Terra di Mezzo, perché zona posta tra due mari, lo Ionio e l’Adriatico. Qui, appunto, nel Tacco d’Italia, moltissimi gli insediamenti urbani e viari, le cui tracce sono giunte sino ai nostri giorni, assieme anche alla lingua e alla cultura stricto sensu di questo popolo. Un popolo noto non solo per gli allevamenti di cavalli, ma anche per i belletti delle donne. Si narra, infatti, che furono i messapi a far conoscere il rossetto alle donne greche. Ma non solo, molto particolari sono i vasi dei messapi, chiamati trozzelle.
Molti i centri che conservano le vestigia di questa civiltà, tra i quali vanno menzionati, da nord verso sud, Egnazia, Latiano, Manduria, Ceglie, Ostuni, Oria, Brindisi, Lecce, Cavallino, Soleto, Otranto, Vaste, Alezio, Ugento, Leuca. Ed ecco che, sia per i Salentini, ma anche per coloro che risiedono oltre l’asse ideale tracciato tra Gravina di Puglia e Monopoli, può essere interessante destinare un giorno per calarsi nelle atmosfere messapiche.
In ciò, tappa obbligata è Manduria, che possiede un parco archeologico segnato dalla cultura messapica, veramente enorme. Qui possono ammirarsi le varie cinta murarie (sono tre) di fortificazione, ma anche altre strutture civili di grande interesse, oltre le numerose tombe. All’interno del Parco Archeologico di Manduria, non può mancare la visita al Fonte Pliniano. È questo un luogo sotterraneo decisamente suggestivo, il quale fu destinato anche ad attività religiose e cultuali. Inoltre, se si riesce, molto interessante è la visita al Museo Archeologico Terra dei Messapi, posto nell’ex convento degli Agostiniani. In effetti, si tratta di un museo che se, da un lato presenta ricchezze inestimabili con riferimento alla cultura messapica, dall’altro altrettanto inestimabile è la possibilità d’ingresso, in quanto gestito in maniera alquanto particolare.
Altro parco archeologico molto noto e di grande rilievo storico, che insiste sulla cultura messapica, è quello di Cavallino, che si sviluppa su un’area di circa 70 ettari. Qui, possono ammirarsi le antiche vestigia del centro messapico, alcune originali, altre recuperate, altre ancora ricostruite ex novo. A tal riguardo, per il Parco di Cavallino si parla di Museo Diffuso. Ed ancora, molto interessanti sono anche le presenze di alcuni resti di culture megalitiche, insistendo sul territorio sia alcune Specchie, di dimensioni ragguardevoli, sia alcuni Menhir.
Un’altra tappa fondamentale per immergersi nelle atmosfere messapiche è ad Ugento, dove insistono le mura di questo che fu uno dei centri più importanti del Mondo Messapico. Mura che racchiudono un’area veramente imponente, superando i 100 ettari. Forse è la più grande area archeologica messapica, assieme a quella di Manduria, Cavallino e Vaste. Nel centro di Ugento è possibile trovare il museo, contenente la Tomba dell’Atleta, una struttura trovata qualche decennio fa in un’abitazione di questo centro salentino, che è stata rimossa e rimontata nel citato museo.
Insomma, quanto qui proposto, in termini di escursione o gita, di sicuro presenta una valenza sul piano dello svago e dell’arricchimento culturale, di non poco conto, soprattutto nelle giornate settembrine, decisamente più amene e godibili, con riferimento alle temperature atmosferiche, che consentono di godere appieno gli scenari messapici.
Valentina Landriscina