Mercoledì, 16 giugno, presso la Fondazione Palmieri a Lecce, ha preso l'avvio la mostra d’arte contemporanea “Intra Mundi: legami, transiti e approdi di un presente imperfetto”, ideata e curata da DoresSacquegna, e coordinata da Primo Piano LivinGallery | Progetti & Servizi per l’Arte Contemporanea. Il finissage è previsto per Martedì, 29 Giugno, alle ore 18:30, con l'incontro-confronto “ AUTORITRATTO” dell’artista multidisciplinare TARSHITO, alla presenza dell’Assessore alla Cultura del Comune di Lecce, Fabiana Cicirillo (finissage).
Seguendo la pratica dell'etnografia del viaggio, INTRA MUNDI approda a Lecce, con il suo carico di navigatori visionari per dare vita ad una Odissea contemporanea. L’evento si snoda tra la fedeltà alle proprie radici e il rischio di perderle e trova la sua terraferma in un territorio fluido e suscettibile a continue ibridazioni storiche, sociali e ambientali. Intra Mundi pone attenzione alla Natura, luogo di cura, insegnamento e radice delle nostre esistenze. Intra Mundi è dimensione onirica e spazio dell’eterno fluire. In mostra artisti nazionali e internazionali con opere multimediali di grande impatto visivo.
Fondazione Palmieri, Vico Dei Sotterranei, Lecce (dietro il Duomo).
Giorni e orari per la visita: Tutti i giorni dalle 16:30 alle 20:30 Mattina: su appuntamento
INFO: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. | Tel + 39 349 37 20 659
Gli artisti
Nei legami con la terra, le recenti opere degli alberi geografici sacri e la scultura Una sola terra, una sola umanità di Tarshito, artista e architetto barese e cittadino del mondo; gli alberi guardiani in carta Washi della svizzera Marilou Pilou Glinz, l’olivo, simbolo dell’albero della vita, dell’ olandese Ida Kleiterp. Tra natura, spazio e tempo, le opere della artista tedesca Janine von Thüngen, residente a Roma e nota per le sue sculture monumentali della serie Eternity esposte a Villa Foscari (o La Malcontenta di Palladio a Mira), e qui con opere più piccole ma altrettanto significative, legate all’anima dell’universo e a Lilith e ai suoi culti della fertilità. Sulla forza e la cura della natura, l’opera dell’artista milanese Maria Luisa Imperiali e del greco George Syrakis, nella dualità tra vita e morte e i link alle radici del passato con la giapponese Tomomi Sato. In mostra il video-documento di The One world painting, sull’attività di oltre 40 anni della Land Artista tedesca Ulrike Arnold, girato in cinque continenti.
Il tempo del mito, relegato spesso a una dimensione arcaica non è finito, si è solo trasformato e nella nuova realtà crossmediale troviamo le cosmogonie dell’artista francese Mael DeNegri, gli emisferi quantici della leccese Maria Gabriella Marra e i video identitari dell’artista turca Şebnem Yüksel, e il video dell’artista inglese Louisa Potapchick, che ci trasporta nell’immaginifico di una poesia semi-scientifica sulla natura semantica, olografica e quantistica dei geni umani. Tra antiche mappe celesti e simmetrie spezzate dalla pandemia, rispettivamente le opere dell’artista canadese Tanya P. Johnson e della spagnola Rå Ballester.
Nella sessione Transiti e approdi, l’acqua come simbolo della fusione con il tutto che scorre, nel video del duo artistico francese Nancy e Philip Barwell e tra realtà e fantascienza, il video apocalittico Hydra di Sara Tirelli (ispirato dal romanzo “il mondo sommerso” di James Ballard) e girato a Venezia, una opera che suggerisce nuove modalità di percezione dell’esistenza stessa, dovuta al cambiamento climatico. Mare evaporato e memento mori nelle opere dell’artista barese Massimo Ruiu, dove l’ecosistema marino – e non solo – potrebbero rimanere dei ricordi, se non prendiamo atto della priorità di difesa del nostro habitat, come del resto anche della natura colonizzata dai rifiuti nell’opera dell’olandese Nel Ten Wolde. Provvisorietà, transizione, impermanenza nei paesaggi dei francesi Thimotée Peignier e Beatrice Desrousseaux . Chiude la rassegna il video “Immagina il cambiamento: conversazioni costiere”, un documentario a più voci, incluso il lavoro dell’artista britannico Simon Read (le cui opere-mappe sono collezionate tra gli altri dal Guggenheim di NY).
In INTRA MUNDI, gli artisti riflettono, il pensiero e l’identità di quest’epoca così caotica, restituendoci la muta testimonianza delle contraddizioni, delle conseguenze e dei pericoli a cui il genere umano si è volontariamente esposto, al fine di soddisfare la propria sete di conoscenza e il proprio desiderio di superare ogni limite.