Ricco di spunti, non solo sotto il profilo contenutistico e valoriale, ma anche negli aspetti tecnici e strutturali, l’ultimo romanzo di Matteo Gentile, da pochi giorni disponibile in libreria, ma anche sul mercato on-line. Pure questa volta col suo “Anais – La strada per la Libertà” edito per Castelvecchi del gruppo Lit, il nostro Matteo, autore conosciuto bene in Puglia, ma anche in ambiti di maggior respiro, ci sottopone un romanzo di grande attualità, che descrive direttamente e assieme indirettamente, la nostra società, il nostro Tempo, attribuendo a questi e nella stessa misura sia valori negativi e critici, ma anche connotazioni positive, di cui tutti noi godiamo. In definitiva e in termini generali, il lavoro di Matteo Gentile si sviluppa in questo suo terzo romanzo, ancora una volta all’insegna di un equilibrio ricercato e voluto. Un romanzo, Anais, dunque, per chi ama osservare la Realtà, in molte delle sue declinazioni, nella sua prospettiva più complessa e totale, per chi insomma ama guardare “le cose” a 360 gradi.
Anais – La strada per la Libertà è un romanzo che può leggersi in poco più di tre ore. Tre ore nelle quali il nostro Matteo ci fa immergere in problematiche psico-politiche, di carattere internazionale, ma senza tuttavia appesantire la lettura, che risulta sempre gradevole sia per lo stile compositivo e letterario leggero sia per l’aggiunta di molti spaccati tipici della narrativa d’amore e “mondana” tout court. Ma c’è di più.
Matteo ha scelto per il suo Anais una struttura compositiva molto interessante e capace di tenere sempre alta l’attenzione di chi legge. In sostanza, nelle prime cento pagine del suo romanzo, Matteo “getta sul tavolo del lettore” un gran numero di tessere, attraverso una narrazione discontinua e spezzata, per poi metterle al posto giusto, attraverso un abile gioco “di penna” facendo così comparire un mosaico compositivo e una storia che risultano non solo di particolare interesse, ma anche emozionanti, avvincenti.
Matteo è persona di grande equilibro e proprio per questo molto sottile. Da qui è facile comprendere che anche il suo prodotto letterario, Anais appunto, è operazione raffinata, un romanzo che infatti può essere letto a vari livelli, partendo dal piano più strettamente cronachistico e dei fatti, dove la protagonista, Anais, donna africana, colta e impegnata, viene descritta in un passaggio fondamentale della sua esistenza, teso ad abbandonare il Mondo delle illusioni e delle idealità. Un passaggio avventuroso, dove ovviamente non mancano i “colpi di scena”, ma anche perché nel suo scenario compaiono vari personaggi maschili e femminili, molti con connotazioni misteriose. E non solo, è un’avventura che, infarcita di questioni internazionali di oggi e di ieri, si sviluppa velocemente tra il Mondo Arabo e l’Europa, interessando anche la nostra Italia.
Tuttavia, all’attento lettore, in Anais il nostro Matteo propone sottilmente alcune connotazioni da dare al concetto di Libertà, abbandonando completamente il terreno che lo contraddistingue come una condizione di assenza di regole o all’opposto il pieno rispetto delle regole, per sottolineare invece, che esso è legato a doppio filo alla piena consapevolezza di sé e del proprio Mondo. Una consapevolezza che richieda forza, coraggio e la capacità di attraversare i numerosi “terremoti” che vengono non solo da “fuori”, ma anche da “dentro”. Ma c’è di più in Anais…
Il lettore accorto noterà che il nostro Matteo, nel suo Anais, marca con forza molte delle problematiche e dei temi dell’attuale femminismo, ma ci sorprende perché non lo fa in una prospettiva addizionale… Il suo, quello di Matteo, è un femminismo terminale, perché proprio partendo da questo indica che vi può essere una “terza via”…una soluzione, ovvero una possibile alchimia capace di abbattere gli steccati del maschilismo e del femminismo, per accedere ad un Cultura altra, forse dei tempi che verranno…
Molto altro v’è da dire “salendo in vetta”, ma ci si ferma qui, lasciando al lettore la possibile e ulteriore “scalata” di Anais, questo bel romanzo di Matteo Gentile, “penna feconda” di Martina Franca, luogo nel quale risiede dall’età di sei anni, che negli ultimi venticinque anni ha contribuito a rendere ricca la produzione di questo luogo di Puglia, non solo attraverso la sua attività di romanziere, ma anche di giornalista e scrittore di opere teatrali e cortometraggi.
Per concludere, degna di nota è l’immagine di copertina del volume, tratta da un’opera di Carmelinda Petraroli, nota artista di origini torinesi, ma residente a San Giorgio Ionico da oltre trent’anni. Un’opera realizzata qualche tempo fa, ma scelta dalla ricca collezione della Petraroli, perché si riallaccia perfettamente alla storia di Anais. È infatti ricca di motivi evocativi, e non solo sul piano degli elementi costitutivi, ma anche e soprattutto sotto il profilo cromatico.
Rosanna Gobetti