Ludo, Lefo, Fede, Sergio, Ros, Marley, Patty, Faby, Roby, ecc. sono alcuni dei giovani/adolescenti che ruotano nella galassia H24, il loro totem, il luogo del cuore: tutto e sempre come piacerebbe loro accadesse per i luoghi che frequentano. Innanzitutto la famiglia, in preda alle crisi lancinanti dei genitori che inseguono ancora i loro sogni del tempo andato di cui resta la delusione e il malessere. E poi la scuola con i suoi rapporti magmatici e irrisolti, il legame con la prof di italiano Morandi che cerca di riannodare i fili di una tela slabbrata e sfilacciata.
Intorno e in mezzo a loro che si trascinano in una esistenza noiosa, senza senso, salvo quando vivono lo sprazzo di un sentimento che illumina i loro cuori. Tuttavia il loro legame di amicizia è forte, è l’unica forma di solidarietà che consente loro di immaginare una esistenza emotiva, che li faccia sentire vivi e partecipi dei processi professionali e sociali. Emma Margari, scrittrice prolifica e molto produttiva, ha al suo attivo già due pubblicazioni: “Polipòpio” nel 2016 e “Portami al sicuro” nel 2021.
Al centro sempre la sua inquietudine che trasferisce sui personaggi, giovani donne alle prese con le angherie subite, le incomprensioni e la ricerca del sentimento d’amore che le faccia sentire appagate e soddisfatte. Ma così non è, perché la loro tensione è a mille e si gettano a capofitto per succhiare il midollo spinale della vita ma si schiantano sulle delusioni e sugli approfittatori, sui loro conoscenti che sembrano non accorgersi della intensità dei loro sentimenti, della richiesta pressante di un riconoscimento.
Anche in questo racconto/romanzo al centro c’è la tensione emotiva dei giovanissimi che vorrebbero inondare il mondo della loro ansia di bellezza, ma trovano incomprensione e sotterfugi, meschinità a volte, violenza anche e sottovalutazione dei loro sentimenti. Perciò ogni occasione è buona per emergere, indipendentemente dal fatto che al centro delle loro azioni siano coinvolte le persone con le quali hanno vissuto la tensione del desiderio e l’appagamento del loro piacere. Ma il gruppo tiene. Le domande rivolte agli adulti trovano ascolto. Innanzitutto nell’autrice che ha speso una vita con la fondazione di “Un sorriso per Mimì” ad interrogare e interrogarsi sul malessere che la nostra società, all’apparenza esaustiva, genera come mancanza e come vuoto, soprattutto di sentimenti e di visioni collettive nell’affrontare le sfide scolastiche, professionali, sociali e umane che i nostri adolescenti/giovani si trovano davanti e che non sanno come definire, dare loro un senso e una prospettiva.
Emma Margari si cala nel loro modo di essere, vive le loro angosce e simula il linguaggio netto, aspro, essenziale, cruento a volte, immediato, un gerco, uno slang per esprimere il senso delle frustrazioni e l’evocazione di un aiuto mai richiesto esplicitamente eppure visibile nei loro gesti, nelle loro movenze, nella loro incredulità che un mondo sia un così apparato davanti a loro, così privo di freschezza e immediatezza. Allora si tratta di sviluppare la cosiddetta intelligenza emotiva, come misura preventiva contro il crescente malessere sociale ed emotivo.
Di fatto a fronte della ricerca di un'autonomia individuale sempre maggiore esasperata corrisponde una minore disponibilità alla solidarietà e una maggiore competitività, e questo contribuisce all'aumento dell'isolamento e al deterioramento dell'integrazione sociale. Ecco allora lo sforzo di Emma Margari nel raccontare le loro vite non solo per denunciare le difficoltà di affermazione e di benessere ma con l’intento di coltivare l'intelligenza emotiva per risolvere i problemi sociali ed emotivi emergenti. Edizioni: I libri di Icaro.
Paolo Rausa