Il poeta Ernesto Cardenal indicava la meta nell’orizzonte. E a chi gli obiettava che non ci si arrivava mai il poeta rispondeva che serviva ad andare. La vita è il viaggio continuo verso la meta reale eppure immaginaria. Ora con questo terzo libro dopo ‘Sogni e realtà’, pubblicato nel 2014 che afferma la necessità dei sogni ancorati alla realtà, e ‘Il mio tempo’ nel 2015, che punta i riflettori sul presente, Luigi Cazzato, salentinoe e nello specifico di Corsano, si abbandona ad un narrare piano, passando in rassegna gli argomenti che quotidianamente affollano la nostra esistenza.
Da una parte la difficoltà della politica a realizzare un modello di sviluppo serio che affranchi finalmente il Meridione d’Italia dalle condizioni di sudditanza economica e dall’altra la necessità mai doma dello svago, rappresentato dalla passione calcistica. In mezzo gli spunti filosofici e i desideri. Luigi Cazzato passa a riflettere sui grandi temi politici ed economici universali che coinvolgono anche l’azione del nostro governo per fronteggiare i continui sommovimenti.
Le elezioni presidenziali USA portano alla ribalta Trump, un antipolitico che assume il credo dell’America First e trova seguito qui da noi nel programma politico ‘gli italiani prima di tutto’. Le guerre commerciali e gli scontri militari fra le potenze colpiscono Luigi Cazzato, consapevole che i conflitti generano e cristallizzano diseguaglianze e ingiustizie, rovine che aggravano le condizioni delle popolazioni povere: questo lo preoccupa enormemente. Svela così il suo pensiero nelle composizioni, a forma di poesie, ma sincopate in versi troncati su un lemma che risalta sul rigo e resta sospeso come fosse in attesa delle conseguenze, riflettendo sulle condizioni precarie del mondo.
Le scelte governative imponderate, i referendum popolari convocati per confermarle, le divisioni e le contrapposizioni politiche lo intristiscono perché le interpreta quali crepe nel tessuto politico, proiezioni di uno stato d’animo spaurito, per aver perso i riferimenti morali. Pure il ricorso alla consultazione referendaria, strumento democratico, lo inquieta perché la battaglia ideologica marca la contrapposizione non limitata al confronto ma estesa piaga e lacerazione.
L’impasse così lo spinge a volgere lo sguardo altrove, all’agonismo sano del campionato di calcio, ai grandi club, al ricordo commosso delle glorie del passato, ai tempi d’oro dell’Inter, del Milan forte degli assi olandesi, alla Juventus dei grandi campioni. Ma anche qui le amarezze non mancano, dal momento che di quello splendore si sono perse le tracce. Stando così le cose, non resta che prendersela con filosofia, ammirare la natura di questo Sud-Salento, il mare con le sue brezze e lo sguardo che si confonde con l’orizzonte.
Ora la fantasia può perdersi in una metamorfosi continua alla ricerca di un profumo o di un volo, di un battito d’ali che porti l’umanità fuori dalle meschinità e dalle bassezze quotidiane e la esalti ebbra fra i colori sgargianti, la luce accecante, il celeste del cielo soffuso di una pace misteriosa e affascinante. Seguendo la sua ispirazione, non siamo più umani, siamo oltre, mentre il nostro sguardo si perde ad ammirare l’infinito. Sembra quasi di raggiungerlo e incontrare lì un dolce sguardo o un sorriso beneaugurante, mentre una sinfonia celestiale giunge alle nostre orecchie e pervade la nostra anima.
PAOLO RAUSA