Vorrei rendervi partecipi di una mia grande passione: quella per Valentino Rossi che il 14 novembre scorso ha corso la sua ultima gara. Ho deciso di dedicargli, a mio modo e nel mio piccolo, delle riflessioni come fossero un ringraziamento per tutti questi anni nei quali Valentino, eterno ragazzino, ha regalato emozioni e semplici grandi lezioni di vita. Il dottore e la sua medicina: The Doctor, Non a caso.
Sono passati 25 anni nei quali con il suo slogan “Vale tutto” ha seminato e raccolto: ha avvicinato generazioni al motociclismo, uno sport che non era esattamente il più popolare. Ma da quando è arrivato lui i genitori insieme ai figli, ora genitori a loro volta, durante la stagione sportiva, si piazzavano davanti al televisore non per vedere la gara ma per vedere Valentino Rossi e la sorpresa che aveva in serbo di volta in volta.
Dunque ha unito, ha aggregato ha messo insieme: e dici niente!? Inizialmente mi sono innamorata perché lo vedovo giocare al gatto col topo: si divertiva a sorpassare tutti. Ma giacché era il più veloce non c’era molto da sorpassare e allora lasciava andare avanti tutti per poi riprenderli uno ad uno. Faccia tosta, grande coraggio e talento unico. E allegria, tanta!
Questo è stato il colpo di fulmine e poi la sua enorme simpatia, la consapevolezza di essere il più grande e mai una spocchia, mai, dico mai, una spocchia, ha “tenuto acceso il fuoco”, condizione essenziale perché i frutti della semina siano sempre a raccolta. Ha stimolato tutti i nostri neuroni a specchio anche quando cadeva, anche quando è sceso dalla “Honda” per salire su una moto che non andava: la “Yamaha”, divenuta nelle sue mani, come nella migliore alchimia, regina dei campionati.
Questa è stata forse una delle più grandi lezioni: ricominciare daccapo, con grande forza d’animo, oggi denominata resilienza. Ma che Platone la chiamava già migliaia di anni fa “forza d’animo”. E con quella forza d’animo che ci si apprestava a una sorpresa, gara dopo gara, anche nei momenti difficili, anche quando nulla lasciava prevedere neanche un podio, ecco che lui si inventava qualcosa: ci sorprendeva. Che spettacolo!
Ma a questo livello non era importante la vittoria, ma la capacità di vivere appieno il momento scardinando tutti i rassegnati pronostici con la sorpresa.
“La sorpresa della vita”.
E ci scappava il podio o addirittura il primo posto.
Questa la lezione!
Oggi è il giorno per restituire quanto ci è stato ampiamente regalato. Posso solo ringraziare. Ha guadagnato tanti soldi, dirà qualcuno!
E io dico che se fosse mancato un euro ce lo avrei messo io.
Per questo dico con tutto il senso di gratitudine possibile l’unica cosa che ha senso dire: “Grazie Valentino”. Grazie perché la forza d’animo, prerogativa dell’essere umano, oggi è tutta anche nelle lacrime di commozione dell’ultima gara, dell’ultimo giro, dell’ultimo saluto.