Il DPCM blocca l’Italia ma non vale per il Tribunale di Bari – Paolo Rausa

Il DPCM blocca l’Italia ma non vale per il Tribunale di Bari – Paolo Rausa

         L’Italia è paralizzata dopo l’ultimo DPCM di Conte che ha chiuso piscine, palestre, cinema, teatri, ristoranti dopo le 18,00 etc., il tutto per frenare la pandemia.

         Un provvedimento discusso, criticato e contestato da più parti, perché chiude i luoghi della cultura, dello sport e della ristorazione, ristori a parte. Ma non vale – sappiamo – per il Tribunale di Bari che ha disposto con l’ordinanza della G.E (Giudice dell’Esecuzione) Chiara Cutolo di procedere allo sgombero dell’esecutato Felice Basile di Altamura dopo il 31 ottobre, per la precisione tra l’inizio e la fine del mese di novembre, contravvenendo ad una norma entrata in vigore con la Legge 77/2020, di conversione con modificazioni del D.L. n. 34/2020, incidente sul disposto di cui all’art. 103, comma 6, D.L. n. 18/2020, per cui “L’esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili, anche ad uso non abitativo, è sospesa fino al 31 dicembre 2020”.  

         Il Giudice ha ritenuto di dare un’interpretazione più restrittiva rispetto a quella omnicomprensiva e letterale precedente e ha puntualizzato che, secondo la sua dottrina, l’art. 103, comma 6 D.L. 18/2020, relativo all’esecuzione dei provvedimenti di rilascio, non trova applicazione nel nostro caso, quello di Felice Basile, perciò l’ordine di liberazione nel caso di abitazione principale potrà essere eseguito subito dopo il 30 ottobre 2020, senza dover attendere il successivo 31 dicembre. Articolo pubblicato su IusLetter il 24 luglio 2020.

         Nel frattempo l’aggiudicatario deposita istanza il 21 luglio 2020 per ottenere: 1) l’immediato sgombero dell’immobile di ‘sua’ proprietà; 2) in subordine che gli venga restituita la somma versata, gravata da spese e interessi e 3) “in via del tutto gradata che venga disposta la liberazione dell’immobile entro e non oltre la prima settimana di novembre prossimo”.

         Il G.E. rigetta – si fa per dire - l’istanza il 24 luglio e nello stesso tempo ordina alla delegata dott.ssa Manuela Monica Danila Massari di eseguire la liberazione dell’immobile proprio nello stesso mese di novembre, ‘dimenticando’ che aveva già respinto l’istanza dell’aggiudicatario che richiedeva lo sgombero in novembre. La delegata a sua volta, sollecitamente, fissa lo sgombero il 3 di novembre in piena pandemia di coronavirus. Ius contra legem, verrebbe da dire.

         È possibile che il Parlamento faccia le leggi e poi i giudici, alla periferia dell’impero, le interpretino in modo restrittivo senza che nessuno intervenga? Per es. il Ministro della Giustizia. È possibile che venga chiusa l’Italia intera con un DPCM e fermate quasi tutte le attività culturali, didattiche, sportive e della ristorazione per evitare che il contagio si allarghi ulteriormente a macchia d’olio e che nel contempo una G.E. (Giudice dell’Esecuzione), coadiuvata da una delegata, organizzino nel bel mezzo della pandemia con la partecipazione della forza pubblica uno sgombero gettando sulla strada una famiglia di onesti lavoratori? Non si sente sminuito il Presidente del Consiglio che proprio un organo statale costituzionale contravvenga alle sue disposizioni di legge?

         Sono domande che richiedono una risposta. A chi appellarsi se non alla massima autorità dello Stato, quel Presidente Mattarella, che ha più volte sollecitato al rispetto reciproco e alla coesione sociale? Lo stesso Felice Basile ha più volte comunicato e depositato esposti all’Autorità Giudiziaria, alla Procura e al Tribunale Civile di Bari, nonché al Governatore della Banca d’Italia, al Ministro della Giustizia e al Presidente della Repubblica, in cui enumera i vari illeciti nel comportamento delle banche, che si sono rifiutate di concedere la rateizzazione del debito, e nel corso della procedura del pignoramento e dell’asta successiva, irregolare e non rispettosa delle norme, assegnando la sua abitazione, guarda caso ad un funzionario di una delle due banche, che venti giorni prima dell’asta, unico partecipante, si era venduto la sua abitazione.

         Non sospetti ma fatti denunciati più volte da Felice Basile senza che nessuno finora sia intervenuto.

                                                                                         Paolo Rausa

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