Mi capita spesso di lasciarmi incuriosire dalle parole, quell’insieme di lettere sonore che, più o meno distrattamente, ogni giorno utilizziamo per comunicare notizie, stati d’animo …E oggi ha catturato la mia attenzione il termine Errore in questa citazione: “gli errori sono la dimostrazione che ci stai provando”. Mi sono messa a cercare l’etimologia della parola, imbattendomi in questa insolita e interessante interpretazione che riporto:
“La terminazione in 'ore' trasmette spesso un che di sospeso, di piacevolmente indefinito, privo di geometria: pensiamo al sentore inafferrabile, allo splendore diffuso e al sapore che si scioglie nel buio della bocca. E lo stesso vale per l'errore.
Innanzitutto, la parola in questione, dunque, descrive un vagare: nell'errare non si fila lungo una via retta, e l'errore traccia un percorso peregrino e imprevedibile, un vero e proprio vagare fuor di via. Una volta ritrovato il bandolo perduto nell'errore, quanta consapevolezza abbiamo maturato e quanta meraviglia e quanto sapere scaturisce proprio dal vagolare nell'errore!"
Condivido pienamente questa interpretazione del termine, perché sono convinta che le cose vadano sempre osservate da punti di vista diversi: l’abbandono della strada “Maestra”, che scaturisce dall’errore, è quanto di più sano possa accadere all’essere umano, viaggiatore a volte un po’ distratto…Pensiamo solo a quante scoperte, anche scientifiche, siano scaturite dall’errore e quante evoluzioni del pensiero umano derivino dal fatto che un giorno un uomo ha deciso di guardare la realtà incamminandosi su un cammino diverso rispetto a quello già segnato.
In tale prospettiva, l’errore, a prima vista definisce l'insufficienza di chi l'ha compiuto, nella realtà dei fatti, invece, è questione eminentemente rivoluzionaria, è l’elemento che scardina, che allarga gli orizzonti visibili, fonte di nuovi saperi e conoscenze. Ecco che l'errore rappresenta l’opportunità che innesca automaticamente il cambiamento e che accelera la comprensione…
Monia Politi